Page 8 - Vita di san'Agostino
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tanto suo successore sulla cattedra bensì vescovo insieme con lui. Di risposta ottenne ciò
che desiderava e chiedeva insistentemente.
8. 3. Qualche tempo dopo, essendo venuto Megalio, vescovo di Calama e allora
primate della Numidia, per visitare dietro sua richiesta la chiesa d’Ippona, Valerio, senza
che alcuno se l’aspettasse, presenta la sua intenzione ai vescovi che allora si trovavano lì
per caso, a tutto il clero d’Ippona ed a tutto il popolo. Tutti si rallegrarono per quanto
avevano udito e a gran voce e col massimo entusiasmo chiesero che la cosa fosse messa
subito in atto: invece il prete Agostino rifiutava di ricevere l’episcopato contro il costume
della chiesa, mentre era ancora vivo il suo vescovo.
8. 4. Allora tutti si dettero a persuaderlo, dicendo che quel modo di procedere era
d’uso comune e richiamando esempi di chiese africane e d’oltremare a lui che di tutto ciò
era all’oscuro: infine, pressato e costretto, Agostino acconsentì e ricevette l’ordinazione
alla dignità maggiore.
8. 5. Successivamente egli affermò a voce e scrisse che non avrebbe dovuto essere
ordinato mentre era vivo il suo vescovo, perché questo era vietato dalla deliberazione di
un concilio ecumenico, che egli aveva appreso soltanto dopo essere stato ordinato: perciò
non volle che fosse fatto ad altri ciò che si doleva essere stato fatto a lui.
8. 6. Di conseguenza si adoperò perché da concili episcopali fosse deliberato che
coloro che ordinavano dovevano far conoscere a coloro che dovevano essere ordinati o
anche erano stati ordinati tutte le deliberazioni episcopali: e così fu fatto
Attività antidonatista
9. l. Diventato vescovo, Agostino predicava la parola di salvezza eterna (Atti, 13,
26) con più insistenza ed entusiasmo e con autorità maggiore, non più soltanto in una
regione ma dovunque gli chiedevano di venire, con alacrità e diligenza, mentre la chiesa
del Signore si sviluppava e fioriva sempre di più. Egli era sempre pronto a dare spiega-
zione a chi lo richiedesse sulla fede e sulla speranza in Dio; e le sue parole e gli appunti
presi soprattutto i donatisti d’Ippona e dei paesi vicini li riferivano ai loro vescovi.
9. 2. Costoro ascoltavano e talvolta cercavano di replicare qualcosa: ma o venivano
confutati proprio dai loro seguaci ovvero le risposte erano riportate ad Agostino. Questi,
quando le apprendeva, con pazienza e dolcezza e - com’è scritto (Fil. 2, 12) - con timore
e tremore provvedeva alla salvezza di quegli uomini, dimostrando che quei vescovi non
erano riusciti a confutare proprio niente e che invece era veritiero e manifesto ciò che
crede e insegna la fede della chiesa di Dio. In tal modo egli si adoperava costantemente,
giorno e notte.
9. 3. Scrisse anche lettere private ad alcuni vescovi eminenti di quella setta ed a
laici, dando spiegazioni e esortando ed ammonendo che o si emendassero da quell’errore
ovvero venissero a discussione.
9. 4. Ma quelli, che non avevano fiducia nella loro causa, non vollero neppure ri-
spondere ma presi dall’ira e dal furore dicevano che Agostino era seduttore e ingannatore
di anime. Gridavano così in pubblico e in privato e affermavano anche nelle loro prediche
che quello doveva essere ucciso come un lupo per la difesa del gregge, e che senza dubbio
bisognava credere che Dio avrebbe rimesso tutti i peccati a quelli che fossero riusciti in
tale impresa, senza timore di offendere Dio e di doversi vergognare davanti agli uomini.
Allora Agostino si dette da fare perché tutti venissero a conoscere che quelli diffidavano
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