Page 18 - Vita di san'Agostino
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vece che Esaù fu sedotto dal desiderio di lenticchie (Gen. 25, 29 ss.), che Davide si
rimproverò per il desiderio dell’acqua (2 Sam. 23, 15 ss.), e che il nostro re fu tentato non
con la carne ma col pane (Mt. 4, 3). E anche il popolo nel deserto meritò di essere rim-
proverato non perché aveva desiderato carne ma perché per desiderio di carne aveva
mormorato contro il Signore (Num. 11, 1 ss.) ” (Conf., X, 46).
22. 4. Quanto al bere vino, l’Apostolo scrive così a Timoteo: Non bere soltanto
acqua, ma fa’ uso anche di un po’ di vino per il tuo stomaco e le tue frequenti malattie (1
Tim. 5, 24).
22. 5. Usava d’argento soltanto i cucchiai, ma il vasellame per portare i cibi a tavola
erano o di terracotta o di legno o di marmo, e ciò non per povertà ma di proposito.
22. 6. Fu sempre molto ospitale. E durante il pranzo aveva più cara la lettura o la
discussione che non il mangiare e il bere. Contro quella pessima abitudine degli uomini
teneva qui questa iscrizione:
Chi ama calunniare gli assenti,
sappia di non esser degno di questa mensa.
Ammoniva così ogni invitato ad astenersi da chiacchiere superflue e dannose.
22. 7. Una volta che alcuni vescovi che gli erano molto amici si erano dimenticati
della scritta e parlavano in maniera contraria ad essa, Agostino indignato li riprese a-
spramente, dicendo che o quei versi dovevano essere cancellati dalla mensa o che egli si
sarebbe alzato in mezzo al pranzo e se ne sarebbe andato in camera sua. Possiamo te-
stimoniare questo episodio io ed altri che prendevamo parte a quel pranzo.
Carità e disinteresse
23. l. Si ricordava sempre dei compagni di povertà e dava loro attingendo a quel che
serviva per sé e per coloro che abitavano insieme con lui, cioè dalle rendite dei beni della
chiesa e anche dalle offerte dei fedeli.
23. 2. Per evitare che questi beni - come di solito avviene - fossero fonte di odiosità
nei confronti dei chierici, egli soleva dire al popolo di Dio che avrebbe preferito vivere
delle loro offerte piuttosto che sobbarcarsi la cura e l’amministrazione di quei beni:
perciò egli era pronto a cederli ai fedeli, sì che tutti i servi e i ministri di Dio vivessero
così come nel Vecchio Testamento si legge che chi serviva all’altare, aveva parte del
medesimo (Deut. 18, 1 ss.; 1 Cor. 9, 13). Ma i laici non vollero mai accettare quella
proposta.
Amministrazione dei beni della Chiesa
24. 1. Delegava e affidava a turno ai chierici più abili l’amministrazione e tutti i
beni della casa annessa alla chiesa, senza tenere per sé né chiave né anello, e quelli che
erano stati preposti alla casa segnavano tutte le entrate e le uscite. Il rendiconto gli veniva
letto alla fine di ogni anno, perché egli sapesse quanto si era ricevuto e quanto si era di-
stribuito o rimanesse da distribuire. Ma in molti affari dava fiducia all’amministratore
piuttosto che verificare i conti precisi e documentati.
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