Page 17 - Vita di san'Agostino
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20. 2. Quando poi, pregato, vedeva che era necessario intercedere, lo faceva così
dignitosamente e discretamente che non soltanto non risultava fastidioso o molesto, ma
addirittura era oggetto d’ammirazione. Così una volta, presentatasi la necessità, egli
scrisse a suo modo ad un vicario d’Africa, di nome Macedonio, per raccomandare un
postulante; e il vicario, dopo aver esaudito la richiesta, gli rispose così:
20. 3. “ Ammiro moltissimo la tua sapienza sia nei libri che hai pubblicato sia in
questa lettera che non hai ritenuto gravoso inviarmi per intercedere a favore di chi si
trovava in strettezze.
20. 4. Infatti quelli contengono tanto acume, scienza e santità che nulla vi è di su-
periore ad essi; la lettera poi è scritta con tanta discrezione che, se non accordassi ciò che
chiedi, dovrei ritenere che la colpa è mia e non dipende dalla difficoltà della questione,
signore meritatamente venerabile e padre degnissimo.
20. 5. Infatti tu non insisti, come fanno quasi tutti quelli di qui, per ottenere ad ogni
costo ciò che chiede l’interessato; ma ciò che ti sembra opportuno chiedere ad un giudice
stretto da tante preoccupazioni, questo tu chiedi con quella delicatezza che fra i buoni è la
più efficace per ottenere cose difficili. Perciò ho accordato ciò che chiedevano le persone
che hai raccomandato: del resto già prima avevo dato loro motivo di sperare ”.
Concili e ordinazioni
21. l. Quando poteva, prendeva parte ai concili episcopali celebrati nelle diverse
province`, ricercando in essi non il suo interesse ma quello di Gesù Cristo (Fil. 2, 21),
perché la fede della santa chiesa non riportasse danno e perché alcuni vescovi e chierici,
scomunicati a ragione o a torto, fossero assolti oppure rimossi.
21. 2. Nelle ordinazioni dei vescovi e dei chierici riteneva che si dovessero seguire
il consenso della maggior parte dei fedeli e la consuetudine della chiesa.
Semplicità di vita e libertà di spirito. Carità sopra tutto
22. 1. Le sue vesti, i calzari, la biancheria da letto erano di qualità media e conve-
niente, né troppo di lusso né di tipo troppo scadente: infatti a tal proposito gli uomini son
soliti o far troppa esibizione oppure vestirsi troppo poveramente, ricercando in ambedue i
casi il proprio vanto, non l’utile di Gesù Cristo (Fil. 2, 21).
22. 2. Invece Agostino, come ho detto, teneva una via di mezzo, non eccedendo né
da una parte né dall’altra (Num. 20, 17). Usava di una mensa frugale e parca, che però fra
la verdura e i legumi aveva qualche volta anche la carne, per riguardo agli ospiti o a
qualcuno che non stava bene, e aveva sempre il vino: infatti Agostino conosceva e ripe-
teva le parole dell’Apostolo: Ogni creatura di Dio è buona e niente bisogna rifiutare di
quel che si accetta con rendimento di grazie: infatti questo viene santificato dalla parola
di Dio e dalla preghiera (1 Tim. 4, 4 s.).
22. 3. E lo stesso beato Agostino dice nelle Confessioni: “ Non temo l’immondezza
del cibo, ma l’immondezza della cupidigia. So che a Noè fu permesso di mangiare ogni
genere di carne che potesse servire da cibo (Gen. 9, 2 ss.), che Elia fu rifocillato con la
carne (1 Re, 17, 6), che Giovanni, la cui astinenza era oggetto di meraviglia, non fu
contaminato dagli animali che gli servivano da cibo, cioè le cavallette (Mt. 3, 4). So in-
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