Page 15 - Vita di Martino
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18,1. Frattanto, mentre la notizia d’una migrazione e invasione dei barbari
aveva messo improvvisamente in allarme la città, Martino ordinò che fosse fatto
comparire davanti a lui un posseduto dal demonio; gli ingiunse di dichiarare se
la notizia fosse vera. 2. Allora quello confessò che dieci demoni l’avevano
assistito affinché spargesse questa diceria tra il popolo, perché almeno da
questo timore Martino fosse scacciato da quel borgo; i barbari a nulla
pensavano meno che a un’invasione. Così, per queste dichiarazioni fatte dallo
spirito immondo in mezzo alla chiesa, la città fu liberata dal timore e
dall’allarme presenti. 3. A Parigi, nel momento in cui varcava la porta della
città, tra grandi turbe che andavano con lui, baciò un lebbroso nel miserevole
volto tra l’orrore di tutti e lo benedisse. E subito purificato completamente dal
morbo, 4. il giorno dopo il lebbroso, venendo alla chiesa con la pelle splendente,
rendeva grazie per la salute recuperata. Né si deve passare sotto silenzio che
frange strappate dal suo mantello e dal suo cilicio esercitarono di frequente un
loro potere curativo sulle infermità. 5. Infatti, attaccate alle dita o passate
intorno al collo degli infermi, spesso ne fugarono i morbi.
19,1. Arborio, un uomo che era stato prefetto, un’anima oltremodo santa e
fedele, mentre sua figlia era riarsa da gravissimi accessi di febbre quartana,
insinuò in petto alla fanciulla, nel colmo dell’accesso febbrile, una lettera di
Martino che per caso gli era stata recapitata, e subito la febbre scomparve. 2.
Questa cosa tanto impressionò Arborio, che subito votò la fanciulla a Dio e la
consacrò a perpetua verginità. Recatosi a trovare Martino, gli presentò la
fanciulla, vivente testimonianza dei suoi miracoli, la quale era stata guarita da
lui benché lontano, e non permise che nessun altro tranne Martino le imponesse
l’abito di vergine e la consacrasse. 3. Paolino, quell’uomo che avrebbe dato in
seguito un così grande esempio, aveva cominciato a soffrire gravemente a un
occhio e già uno spesso velo sovrapposto aveva interamente ricoperto la sua
pupilla, quando Martino gli toccò l’occhio con un pennello, e soppresso ogni
dolore, gli restituì la precedente salute. 4. Ed egli stesso, un giorno, poiché
cadendo era ruzzolato dalla sua stanza in cima alle scale, piombando sui
gradini ineguali, si procurò molte ferite: mentre giaceva esanime nella sua cella,
tormentato da insopportabili sofferenze, di notte gli apparve un angelo che lavò
le sue ferite e con salubre balsamo gli spalmò le lividure del corpo contuso. E
così, il giorno dopo, fu restituito alla salute, tanto che non gli sembrava di aver
mai patito alcun danno. 5. Ma sarebbe lungo diffondersi nei singoli episodi.
Bastino questi pochi tra numerosissimi altri, e sia sufficiente che, narrando i fatti
più eccellenti, non distorciamo la verità ed evitiamo il fastidio col narrarne
troppi.
20,1. Ma inframmezziamo fatti minori a tanti così straordinari. Sebbene, come è
tipico della nostra epoca, nella quale tutto è depravato e corrotto, è pressoché