Page 17 - Vita di Martino
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nelle diverse figure del male. 2. E sapendo di non poter sfuggirgli, il diavolo lo
                  assaliva frequentemente con ingiurie, poiché non poteva trarlo in inganno con
                  insidie.  Un  giorno  irruppe  nella  sua  celletta  con  un  gran  ruggito,  tenendo  in
                  mano un corno insanguinato di bue, e mostrando la sua mano insanguinata, e
                  tutto  rallegrato  dal  crimine  che  veniva  dall’aver  commesso,  disse:  «Dov’è,
                  Martino, il tuo potere? Ho appena ucciso uno dei tuoi». 3. Egli allora, convocati
                  i fratelli, riferisce ciò che il diavolo aveva dichiarato; raccomanda loro di visitare
                  accuratamente  le  celle  di  tutti  per  accertare  chi  mai  fosse  incorso  in  tale
                  sciagura.  Gli  riferiscono  che  non  mancava  nessuno  dei  monaci,  ma  che  s’era
                  recato nel bosco un contadino ingaggiato per trasportar legna con il suo carro.
                  Ordina dunque ad alcuni di andargli incontro; 4. e, non lungi dal monastero, il
                  contadino  è  ritrovato  quasi  privo  di  vita.  Traendo  tuttavia  l’ultimo  respiro,
                  indica ai fratelli la causa della ferita mortale: essendo i suoi due buoi aggiogati,
                  mentre cercava di stringere più saldamente le corregge allentate, un bue, con
                  una scossa del capo fuori dal giogo gli aveva piantato un corno nell’inguine. E
                  poco  dopo  rese  l’anima.  A  voi  ravvisare  per  qual  giudizio  di  Dio  fu  dato  al
                  diavolo questo potere. 5. In Martino questo era mirabile, che non solo quanto
                  più  sopra  abbiamo  riferito,  ma  molti  eventi  di  tal  genere,  ogniqualvolta
                  accadevano,  li  prevedeva  con  grande  anticipo,  oppure  comunicava  ai  fratelli
                  che gli erano stati preannunziati.


                    22,1. Frequentemente il diavolo, nei suoi tentativi di farsi beffe del santo con
                  mille nocivi artifizi, si presentava alla sua vista nelle più diverse forme. Infatti a
                  volte si mostrava sotto le apparenze di Giove, e per lo più di Mercurio, spesso
                  anche  trasfigurato  nell’aspetto  di  Venere  e  di  Minerva;  contro  di  lui  Martino
                  sempre  valoroso  si  proteggeva  con  il  segno  della  croce  e  con  l’ausilio  della
                  preghiera.  2.  Si  udivano  in  generale  le  invettive  con  le  quali  una  turba  di
                  demoni lo assaliva con urla sfrontate; ma sapendole tutte menzognere e vane,
                  non si lasciava turbare da quei rimproveri. 3. Attestavano anche taluni fratelli di
                  avere  udito  il  demonio  con  sfrontate  grida  assalire  Martino  perché  aveva
                  accolto  nel  monastero  alcuni  fratelli  poi  riconvertiti,  i  quali  in  precedenza
                  avevano perduto per diversi errori la grazia del battesimo; e il diavolo esponeva
                  le  loro  colpe  rispettive.  4.  Contestando  il  diavolo,  Martino  aveva  ribattuto
                  fermamente che le antiche colpe erano emendate da una migliore condotta di
                  vita, e per misericordia del Signore si dovevano assolvere dai peccati coloro che
                  avessero  desistito  dal  peccare.  Quando  il  diavolo  gli  replicò  che  per  nulla  si
                  conveniva  il  perdono  ai  colpevoli,  e  che  ai  caduti  una  volta  nel  peccato  non
                  poteva  accordarsi  alcuna  clemenza  dal  Signore,  si  dice  che  Martino  abbia
                  inveito  con  parole  di  tal  fattura:  5.  «Se  tu  stesso,  miserabile,  smettessi  di
                  perseguitare gli uomini e ti pentissi dei tuoi misfatti, almeno in quest’epoca in
                  cui  è  prossimo  il  giorno  del  giudizio,  io  per  mia  parte  ti  prometterei
                  misericordia  con  sincera  amicizia  nel  Signore  Gesù  Cristo».  Oh,  quale  santa
                  presunzione intorno alla bontà del Signore, sulla quale sebbene non poté offrire
                  garanzia, eppure mostrò il suo sentimento! 6. E poiché abbiamo cominciato a
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