Page 18 - Vita di Martino
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parlare del diavolo e dei suoi artifizi, non mi sembra fuor di proposito, anche se
                  esula dal soggetto, riferire quel che accadde, poiché in ciò si manifesta una parte
                  delle  virtù  di  Martino,  e  questa  meravigliosa  storia  sarà  giustamente
                  tramandata  come  esempio  di  vigilanza,  se  in  futuro  accadrà  che  qualcosa  di
                  simile si produca n qualche luogo.


                    23, 1. Un certo Claro, giovane e nobilissimo uomo, poi divenuto  prete, e ora
                  condotto alla beatitudine da una santa morte, abbandonò tutto per raggiungere
                  Martino; e in breve tempo splendette al sommo culmine della fede e di tutte le
                  virtù.  2.  E  così,  avendo  stabilito  la  sua  cella  non  lontano  dal  romitaggio  del
                  vescovo e dimorando presso di lui molti fratelli, un giovane, tal Anatolio, venne
                  da Claro, simulando sotto la professione monastica ogni umiltà e innocenza, e
                  abitò  per  qualche  tempo  in  comune  con  tutti  gli  altri.  3.  Poi,  col  passare  del
                  tempo,  asseriva  che  degli  angeli  erano  soliti  intrattenersi  a  colloquio  con  lui.
                  Poiché nessuno gli prestava fede, con dei prodigi costringeva buon numero dei
                  fratelli  a  credergli.  Infine  si  spinse  fino  al  punto  di  dichiarare  che  c’era  uno
                  scambio di messaggeri fra lui e Dio, e pretendeva d’essere creduto ormai come
                  uno dei profeti. 4. Claro tuttavia non poteva in alcun modo lasciarsi convincere
                  a  credere.  E  quello  a minacciava  l’ira  di  Dio  e  imminenti  castighi,  per  la  sua
                  incredulità  verso  un  santo.  5.  Infine  si  dice  che  sbottò  con  tali  parole:  «Ecco,
                  questa notte il Signore mi donerà dall’alto del cielo un candido abito, vestito del
                  quale io dimorerò in mezzo a voi; e ciò sarà il segno che io sono una potenza di
                  Dio, poiché ho ricevuto in dono una veste di Dio». 6. Allora grande fu l’attesa di
                  tutti a questa dichiarazione. E verso la mezzanotte tutto il monastero sembrò
                  scosso  dal  rombo  d’un  trepestio  sul  terreno;  la  cella  dov’era  rinchiuso  il
                  giovane, la si poteva veder balenare di lampi frequenti e s’udiva uno scalpiccio
                  di  gente  che  andava  e  veniva,  e  un  brusio  di  molte  voci.  7.  Poi,  tornato  il
                  silenzio,  Anatolio,  uscito  dalla  sua  cella,  chiama  a  sé  un  fratello  di  nome
                  Sabazio,  e  gli  mostra la  tunica  di  cui  era vestito.  8.  Stupefatto,  questi  chiama
                  tutti  gli  altri;  accorre  anche  Claro,  e  avvicinato  un  lume  considerano
                  attentamente la veste. Era di estrema morbidezza, d’un eccezionale candore, di
                  sfolgorante splendore, e tuttavia non si riusciva a capire di quale specie e vello
                  fosse  il  tessuto;  tuttavia  a  esaminarlo  con  curiosità,  al  tatto  o  alla  vista  non
                  sembrava che una veste comune. Frattanto Claro invita i fratelli a concentrarsi
                  in preghiera, affinché il Signore rivelasse loro più chiaramente di cosa potesse
                  trattarsi.  9.  E  così  trascorrono  il  resto  della  notte  in  inni  e  salmi.  Appena
                  risplendette  il  giorno,  Claro  prese  Anatolio  per  la  mano  e  voleva  trascinarlo
                  davanti a Martino, ben consapevole che egli non poteva esser tratto in inganno
                  da un artifizio diabolico. 10. Allora lo sciagurato si mise a resistere con tutte le
                  sue  forze  e  a  gridare,  e  diceva  che  gli  era  stato  interdetto  di  presentarsi  a
                  Martino. E mentre lo costringevano ad andare per forza, la veste svanì  fra  le
                  mani  di  quelli  che  lo  trascinavano.  11.  Così,  chi  potrebbe  dubitare  che  anche
                  questo  fu  un  miracolo  di  Martino,  a  tal  punto,  che  il  diavolo  non  poté  più  a
                  lungo dissimulare o celare le sue varietà, quando stavano per essere sottoposte
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