Page 13 - Vita di Martino
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ugualmente abbattere un tempio che una falsa superstizione aveva colmato di
ricchezze, la folla dei pagani gli oppose resistenza, così che venne scacciato non
senza violenza. 4. E così si ritirò nelle immediate vicinanze. Là per tre giorni,
vestito del cilicio e coperto di cenere, in continui digiuni e orazioni, pregava il
Signore affinché la virtù divina distruggesse quel tempio, poiché la mano
dell’uomo non aveva potuto abbatterlo. 5. Allora gli si presentarono
all’improvviso due angeli armati di lancia e di scudo a guisa di milizia celeste,
dicendosi inviati dal Signore per fugare quella rustica moltitudine e portare
aiuto a Martino, affinché nessuno, mentre il tempio veniva demolito, opponesse
resistenza: ritornasse dunque e devotamente compisse l’opera intrapresa. 6.
Così riandato al villaggio, sotto lo sguardo e nell’acquiescenza delle turbe dei
pagani, mentre demoliva fin dalle fondamenta il tempio profano, ridusse in
polvere tutte le are e le statue. 7. A tal vista, i contadini, comprendendo d’essere
rimasti stupefatti e atterriti per volontà divina affinché non si opponessero al
vescovo, quasi tutti credettero nel Signore Gesù, attestando pubblicamente con
alte grida la loro fede, e che si doveva adorare il Dio di Martino, e trascurare
invece idoli che non sapevano neanche aiutare se stessi.
15,1. Riferirò pure che cosa accadde in un borgo degli Edui. Dove, mentre allo
stesso modo demoliva un tempio, una folla inferocita di contadini pagani si
gettò contro di lui. E tentando uno più ardito degli altri di colpirlo con la spada
snudata, egli, gettato il mantello, offrì il suo capo scoperto a colui che stava per
ferirlo. 2. Il pagano non esitò a colpire, ma, avendo sollevato troppo in alto la
mano destra, crollò in terra supino, e costernato dal timore di Dio, implorava
grazia. 3. Né dissimile da questo fu l’altro fatto. Avendo un tale voluto
accoltellarlo mentre distruggeva degli idoli, proprio nell’atto del colpo il coltello
gli sbalzò di mano e scomparve. 4. Per lo più, quando i contadini tentavano
ostilmente di dissuaderlo dal distruggere i loro santuari, con santa predicazione
così mitigava gli animi dei pagani, che essi stessi, rivelata loro la luce della
verità, abbattevano i propri templi.
16,1. Ma quanto alla grazia delle guarigioni, essa era in lui così potente, che
quasi nessun infermo si recò da lui senza recuperare subito la salute. Ciò
risulterà dall’esempio che segue. 2. A Treviri una fanciulla era preda della
crudele infermità della paralisi, così che già da molto tempo il suo corpo non
era in grado di compiere nessuna funzione pertinente alle attività umane:
pressoché morta in ogni sua parte, palpitava appena d’un tenue soffio vitale. 3.
I suoi parenti, afflitti, stavano presso di lei senz’altra attesa che quella della sua
morte, quando all’improvviso fu annunziato l’arrivo di Martino in quella città.
Come il padre della fanciulla venne a saperlo, corse a perdifiato a intercedere
per la figlia. 4. E per caso Martino era già entrato nella chiesa. Qui, sotto lo
sguardo del popolo e in presenza di molti altri vescovi, il vecchio abbracciò
gemendo le sue ginocchia, e diceva: «Mia figlia muore per un penoso genere di