Page 11 - Vita di Martino
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avventato a eventi incerti, chiedeva con insistenza ai preti e ai chierici, maggiori
                  di lui per età, di rivelargli il nome del martire e la data della sua passione: era
                  turbato  da  grande  scrupolo,  diceva,  poiché  a  questo  proposito  la  tradizione
                  degli avi non gli apportava nessuna certezza coerente. 3. Essendosi dunque per
                  molto  tempo  tenuto  lontano  da  quel  luogo,  senza  abrogare  il  culto,  poiché
                  restava nell’incertezza, e  senza accordare  l’avallo  del suo prestigio al  popolo,
                  affinché la superstizione non crescesse più oltre in vigore, un giorno, presi con
                  sé alcuni fratelli si recò sul luogo. 4. Poi, eretto proprio sul sepolcro si rivolse
                  pregando al Signore, affinché gli rivelasse chi fosse stato sepolto lì e quali meriti
                  avesse  avuto.  Allora,  volgendosi  a  sinistra,  vide  accanto  drizzarsi  un’ombra
                  sordida, truce;  le comandò di dire  il nome, i meriti. Dice  il nome,  confessa il
                  crimine; era stato un brigante, giustiziato per i delitti, celebrato per errore del
                  popolo; nulla aveva in comune con i martiri, poiché  questi  dimoravano  nella
                  gloria, lui nella pena. 5. In mirabile modo, i presenti ne udivano la voce, ma non
                  ne vedevano la persona. Allora Martino espose che cosa aveva visto e ordinò di
                  rimuovere dal luogo l’altare, che era stato lì, e così liberò il popolo dall’errore di
                  quella superstizione.


                    12,1.  Accadde  in  seguito  che,  mentre  era  in  cammino,  trasportassero  in
                  direzione  opposta  alla  sua  la  salma  d’un  pagano  verso  la  sepoltura,  con  un
                  apparato funebre pieno di superstizione; scorta da lontano una turba che veniva
                  verso di lui, ignaro di cosa si trattasse, per un poco ristette.  C’era infatti uno
                  spazio intermedio di cinquecento passi, così ch’era difficile discernere quel che
                  vedeva. 2. Tuttavia, poiché distingueva un gruppo di contadini, e al soffio del
                  vento  volteggiavano  teli  di  lino  gettati  sui  corpi,  credeva  che  si  compissero
                  cerimonie  sacre  di  carattere  pagano,  poiché  i  contadini  Galli  avevano  questa
                  consuetudine, nella loro miserevole follia, portare attorno in processione per i
                  loro campi statue di dei pagani coperti di candidi teli. 3. Levato dunque il segno
                  della  croce  verso  quelli  che  gli  venivano  incontro,  ordinò  alla  turba  di  non
                  muoversi dal luogo dov’era e  di deporre  il fardello. Allora in mirabile modo
                  avresti  potuto  vedere  quei  miserabili  dapprima  irrigidirsi  come  sassi.  4.  Poi,
                  cercando  di  procedere  con  sommo  sforzo,  non  riuscendo  ad  avanzare  oltre,
                  ruotavano  su  se  stessi  in  ridicolo  volteggio,  finché  vinti  deposero  il  fardello
                  della salma. Attoniti e guardandosi l’un l’altro, pensavano silenziosi a ciò che
                  era  potuto  loro  accadere.  5.  Allora  quell’uomo  santo,  avendo  constatato  che
                  quella  folla  era  raccolta  per  delle  esequie  e  non  per  una  cerimonia  pagana,
                  sollevata di nuovo la mano concesse loro la facoltà di riprendere il cammino e
                  di sollevare la salma. Così, quando volle, li costrinse a restar fermi e, quando gli
                  piacque, permise loro di allontanarsi.


                    13,1.  Così  un  altro  giorno,  avendo  demolito  un  antichissimo  tempio  in  un
                  villaggio,  e  intrapreso  ad  abbattere  un  pino  che  si  ergeva  vicinissimo  al
                  santuario, il sacerdote di quel luogo e tutta la turba dei pagani cominciarono a
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