Page 6 - Vita di Martino
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saggio, si diedero a gemere profondamente per non aver fatto nulla di simile,
poiché possedendo senz’altro più di lui, avrebbero potuto vestire quel povero
senza ridursi alla nudità. 3. Dunque, la notte seguente, essendosi abbandonato
al sonno, vide Cristo vestito della parte della sua clamide, con la quale aveva
coperto il povero. Gli fu ordinato di considerare attentamente il Signore, e di
riconoscere la veste che aveva donato. Subito dopo, udì Gesù dire con chiara
voce alla moltitudine di angeli che stavano intorno a lui: «Martino, che ancora
non è che un catecumeno, mi ha coperto con questa veste». 4. Davvero memore
delle sue parole, il Signore, che un tempo aveva proclamato: «Ogni volta che
avete aiutato una di queste mie umilissime creature, avete aiutato me» (Mt
25,40), dichiarò di essere stato vestito nella persona di quel povero; e a
confermare la testimonianza di una così buona opera, Egli non disdegnò di
mostrarsi in quel medesimo abito che il povero aveva ricevuto in dono. 5. Ciò
visto, il santissimo uomo non si esaltò d’orgoglio umano, ma riconoscendo nella
sua opera la bontà di Dio, mentre era in età di diciotto anni s’affrettò a ricevere
il battesimo. E tuttavia non rinunziò subito alla condizione di soldato,
trattenuto dalle preghiere del suo tribuno, al quale lo legavano vincoli di
amichevole cameratismo: infatti costui s’era ripromesso di ritirarsi dal mondo
una volta trascorso il tempo del suo tribunato. 6. Trattenuto da questa attesa,
Martino, quasi per due anni dopo aver ricevuto il battesimo, continuò il servizio
militare, benché soltanto di nome.
4,1. Frattanto, i barbari invasero le Gallie e il Cesare Giuliano, concentrato
l’esercito presso la città di Worms, prese a distribuire un donativo ai soldati;
com’è consuetudine, venivano chiamati per nome uno per uno, finché si giunse
a Martino. 2. Allora, ritenendo che fosse la circostanza opportuna per chiedere il
congedo – infatti pensava che non avrebbe serbato integra la libertà, se avesse
accettato il donativo senza continuare il servizio – disse a Cesare: 3. «Finora ho
militato ai tuoi ordini, permettimi ora di militare al servizio di Dio. Riceva il
donativo chi fa proponimento di combattere per te; io sono soldato di Cristo:
combattere non mi è lecito». 4. Allora, a queste parole, il tiranno si adirò
grandemente, esclamando che lui rifiutava il servizio militare per timore della
battaglia, che si sarebbe svolta il giorno dopo, non già a causa della sua
convinzione religiosa. 5. Ma Martino, intrepido, reso anzi più fermo nel suo
proposito dal tentativo di spaventarlo, disse: «Se ciò è attribuito a vigliaccheria,
e non alla mia fede, domani mi porrò inerme davanti alla schiera, e in nome del
Signore Gesù, protetto non dallo scudo o dall’elmo, ma dal segno della croce,
penetrerò sicuro tra i reparti dei nemici». 6. Lo si fece dunque afferrare e
trascinare in prigione, perché tenesse fede a quanto aveva detto e fosse opposto
inerme ai barbari. 7. Il giorno dopo, i nemici mandarono ambasciatori di pace,
offrendo di consegnare se stessi e tutte le loro cose. Chi potrebbe dunque
dubitare che questa sia stata davvero una vittoria di quell’uomo santo, a cui fu
concesso di non essere mandato inerme in battaglia? 8. E sebbene il Signore
nella sua bontà avrebbe potuto salvare il suo soldato anche tra le spade e i dardi