Page 3 - Vita di Martino
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Sulpicio Severo


                                           Vita di Martino











                  Severo al dilettissimo fratello Desiderio

                    1. Io per mia parte, o unanime fratello, avevo deciso di lasciare incompiuto nei
                  suoi appunti e di non pubblicare il piccolo libro che avevo scritto sulla vita di
                  san  Martino,  trattenendolo  tra  le  pareti  domestiche,  perché,  di  natura
                  timorosissima quale sono, cercavo di evitare il giudizio degli uomini, temendo
                  di dispiacere ai lettori, con il mio stile troppo rozzo, e di esser ritenuto degno in
                  sommo grado della generale riprovazione, ciò che penso accadrà, io che m’ero
                  appropriato  impudentemente  d’una  materia  giustamente  riservata  a  scrittori
                  eloquenti; ma non ho potuto rifiutarmi alle tue ripetute richieste. Che cosa vi
                  sarebbe, infatti, che io non tributerei al tuo affetto anche a danno del mio onore?
                  2. Eppure t’ho consegnato il libretto perché sono fiducioso e credo che non lo
                  rivelerai  a  nessuno,  poiché  me  l’hai  promesso.  Ma  temo  che  tu  sarai  per  lui
                  come una porta d’uscita, e una volta uscito non possa esser richiamato indietro.
                  3.  Se  ciò  dovesse  accadere  e  ti  accorgerai  che  sia  letto  da  alcuni,  con  buona
                  grazia chiederai ai lettori che valutino la sostanza più della forma, e con animo
                  equo tollerino se un modo di esprimersi forse difettoso offenda le loro orecchie,
                  poiché  il  regno  di  Dio  si  fonda  non  già  sull’eloquenza  bensì  sulla  fede.  4.
                  Rammentino anche che la salvezza fu predicata al mondo non già da oratori –
                  certamente,  se  fosse  stato  utile,  il  Signore  avrebbe  potuto  predisporre  anche
                  questo  –,  bensì  da  pescatori.  5.  Io  infatti,  non  appena  m’indussi  a  scrivere,
                  poiché ritenevo empio lasciar nell’ombra le virtù di un uomo così eminente, fra
                  me e me decisi di non arrossire di eventuali  sgrammaticature: poiché non ho
                  mai posseduto una grande scienza in tale materia, e se qualcosa di tali studi ho
                  forse  una  volta  assaporato,  l’ho  tutto  smarrito  nella  desuetudine  di  così  gran
                  tempo. 6. Ma tuttavia, per risparmiarci una così molesta difesa, soppressone il
                  mio  nome,  se  ti  sembra,  il  libretto  sia  pure  pubblicato.  Per  far  ciò,  raschia  il
                  titolo sul frontespizio, affinché la pagina sia muta e, quel che basta, parli della
                  materia, non parli dell’autore. Addio, venerabile fratello in Cristo, onore di tutti
                  i buoni e di tutti i santi.
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