Page 19 - Vita di Martino
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agli occhi di Martino?
24,1. Si osservò d’altra parte che press’a poco nella medesima epoca v’era in
Spagna un giovane uomo il quale s’era acquistato autorità con molti prodigi, ed
era giunto a tal grado di esaltazione da spacciarsi apertamente per Elia. 2. E
avendo un grande numero di persone avventatamente creduto ciò, giunse al
punto di proclamare ch’egli era Cristo; ed anche in ciò riuscì a ordire il suo
inganno, così che anche un vescovo di nome Rufo lo adorò come Dio: per la
qual cosa lo vedemmo poi rimosso dall’episcopato. 3. Molti fratelli ci riferirono
ugualmente che nella medesima epoca apparve in Oriente un individuo il quale
si vantava d’essere Giovanni. Dal che possiamo inferire, per l’apparizione di
falsi profeti di tal risma, che è imminente l’arrivo dell’Anticristo, il quale opera
già in codesti miserabili il mistero d’iniquità. 4. E non è da trascurare con quanti
grandi artifici nel medesimo periodo il diavolo tentò Martino. Un giorno, infatti,
preceduto ed egli stesso circonfuso da una luce splendente, per trarlo più
facilmente in inganno con la luminosità dell’assunto fulgore, e vestito anche
d’un abito regale, cinto da un diadema di gemme e d’oro, con coturni dorati,
sereno l’aspetto, lieto in volto (così che tutto poteva esser giudicato fuorché il
diavolo), apparve a Martino in preghiera nella sua cella. 5. E poiché Martino al
suo primo apparire rimase stupefatto, a lungo mantennero ambedue un
profondo silenzio. Allora il diavolo per primo: «Sappi, o Martino, chi scorgi: io
sono il Cristo; apprestandomi a discendere in terra, prima ho voluto
manifestarmi a te». 6. A tali parole, poiché Martino continuava a tacere e non
dava alcuna risposta, il diavolo osò ripetere la sua sfrontata dichiarazione:
«Martino, perché dubiti? Credi, poiché vedi! Io sono il Cristo». 7. Allora
Martino, alla rivelazione dello Spirito, concessagli affinché comprendesse che si
trattava del diavolo e non del Signore, disse: «Non profetizzò il Signore Gesù
che sarebbe venuto vestito di porpora né con un diadema splendente; io non
crederò che è venuto Cristo, se non in quell’abito e aspetto in cui soffrì la
Passione, e se non porta chiaramente i segni della croce». 8. A queste parole
costui svanì come fumo. Riempì la cella d’un tal fetore, da lasciare evidente
indizio che era proprio il diavolo. Questi fatti, che ho sopra riferito, li ho appresi
dalla bocca dello stesso Martino, perché qualcuno non abbia a crederli favolosi.
25,1. Infatti, un tempo, per avere udito parlare della sua fede, della sua vita e
virtù, bruciando dal desiderio di conoscerlo, intraprendemmo un lungo viaggio
a noi caro, per vederlo; nello stesso tempo, poiché l’animo bramava
ardentemente di scrivere la sua vita, in parte abbiamo interrogato lui stesso,
nella misura in cui è stato possibile porgli delle domande, in parte abbiamo
appreso le sue gesta da coloro che n’erano stati testimoni o le conoscevano. 2.
Non si può credere con quale umiltà, con quale benignità egli mi accolse allora,
rallegrandosi grandemente e colmandosi di gioia nel Signore, poiché era stato
da noi tenuto in così gran conto da indurci a intraprendere un lungo viaggio