Page 32 - Vita di Antonio
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attraversare l’aria. Si ricordò delle parole dell’Apostolo: «Un tempo viveste alla
maniera di questo mondo, seguendo il principe delle potenze dell’aria» (Ef 2,2).
Questo è infatti il potere del nemico: combattere, tentare di ostacolare coloro
che attraversano l’aria. Per questo l’Apostolo diceva: «Prendete perciò
l’armatura di Dio, perché possiate resistere nel giorno malvagio» (Ef 6,13); e ag-
giungeva: «perché il nostro avversario resti confuso, non avendo nulla di male
da dire sul conto nostro» (Tt2,8). E noi che abbiamo saputo questo fatto, ci
siamo ricordati dell’Apostolo che dice: «Se con il corpo o fuori del corpo non lo
so, lo sa Dio» (2Cor 12,2). Ma Paolo fu rapito fino al terzo cielo, udì parole
inenarrabili e discese (2Cor 12,2-4). Antonio invece vide di essere salito su
nell’aria e di aver lottato fino alla sua liberazione.
66. Aveva anche questo dono: quando era solo sul monte e aveva qualche
dubbio, questo gli era risolto, mentre pregava, dalla Provvidenza. Come dicono
le Scritture (Is 54,13: Gv 6,45), era Dio che istruiva quell’uomo beato. Poi, una
volta, ci fu una discussione, fra lui e alcuni che erano andati a fargli visita, sullo
stato dell’anima in questo mondo e sulla sua dimora dopo la morte. La notte
successiva, un tale lo chiamò dall’alto e gli disse: «Antonio, alzati, esci e vedi».
Egli uscì (sapeva, infatti, a chi si deve rispondere) e vide che c’era uno alto,
deforme, terribile, che toccava le nubi e alcuni esseri alati che salivano in alto.
L’uomo stendeva le mani e ne respingeva alcuni. Gli altri, quelli che non erano
respinti, volavano su di lui e salivano senza essere molestati. Contro costoro
l’uomo alto strideva i denti e godeva invece della caduta degli altri. Subito
giunse una voce ad Antonio che diceva: «Comprendi ciò che vedi!». La mente di
Antonio allora si aprì. Egli capì che era il transito delle anime e che l’uomo alto
era il nemico che invidia i fedeli, che trattiene e impedisce il passaggio a chi gli
è sottomesso, mentre nulla può con chi non gli è sottomesso e non gli è
ubbidiente. Ammonito dal ricordo di questa visione, Antonio ogni giorno si
impegnava sempre di più per migliorare se stesso. Di tutto ciò non parlava
volentieri. A volte, mentre era raccolto in preghiera e nell’intima
contemplazione, quelli che erano con lui lo interrogavano, lo molestavano pure
perché parlasse. E allora Antonio, costretto, parlava come un padre che nulla
può nascondere ai figli. Sapeva della purezza della sua coscienza e riteneva utili
le sue parole. Quelli che l’ascoltavano, imparavano che il frutto della pratica
ascetica è buono e che le visioni spesso sono un conforto nelle fatiche.
67. Era di carattere paziente e di animo umile. Rispettava moltissimo il clero,
voleva che i chierici lo precedessero nel ricevere onori. Non si vergognava di
chinare il capo davanti ai vescovi e ai sacerdoti. Se qualche volta un diacono
andava da lui per il bene della propria anima, egli diceva parole utili, ma nel
pregare gli cedeva il posto e non si vergognava di apprendere qualcosa anche
da lui. Infatti spesso interrogava gli altri perché riconosceva di trarre
giovamento quando qualcuno gli diceva delle cose utili. Aveva sul volto una
grazia grande, straordinaria.