Page 27 - Vita di Antonio
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54. Una volta i monaci lo pregarono di scendere da loro e di visitarli nei loro
                  luoghi.  Egli  si  mise  in  viaggio  con  i  confratelli  che  lo  avevano  invitato.  Un
                  cammello trasportava il pane  e l’acqua. Quel deserto infatti  è  completamente
                  arido  e  non  c’è  acqua  in  nessun  luogo  se  non  sul  monte  sul  quale  viveva
                  Antonio e  dell’acqua di quel monte, infatti, essi avevano  fatto provvista. Du-
                  rante  il  viaggio,  per  l’eccessiva  calura,  l’acqua  venne  a  mancare  e  su  tutti
                  incombeva pericolo di vita. Andarono in giro nelle vicinanze, ma non trovarono
                  acqua; non potendo proseguire il cammino, si gettarono a terra, ormai in preda
                  alla disperazione, lasciando libero il cammello.
                  Il  vecchio Antonio quando vide tutti in pericolo,  rattristandosi e gemendo, si
                  allontanò un po’ da loro, si mise in ginocchio e con le mani giunte cominciò a
                  pregare.  Subito  il  Signore  fece  scaturire  l’acqua  nello  stesso  posto  in  cui  egli
                  stava pregando. Tutti bevvero, si ristorarono, riempirono gli otri, cercarono il
                  cammello e lo trovarono. Era, infatti, trattenuto dalla corda che si era impigliata
                  in una pietra. Dopo che anche il cammello ebbe bevuto, caricarono gli otri e,
                  sani e salvi, ripresero il cammino.  Quando giunse  alle dimore  di quelli, tutti,
                  stimandolo  un  padre,  lo  abbracciarono.  Ed  egli,  come  se  avesse  portato  un
                  viatico dal monte, donava loro la sua parola, facendoli partecipi di quello che
                  aveva imparato.
                  Sui  monti  c’era  di  nuovo  la  gioia,  lo  zelo  per  il  miglioramento,  l’esortazione
                  tramite  la fede  che reciprocamente  veniva scambiata. Egli stesso si rallegrava
                  nel vedere il fervore dei monaci e nel constatare che anche la sorella, invecchiata
                  nella verginità, era di guida a altre vergini.


                  55. Dopo alcuni giorni, ritornò di nuovo sul monte. Molti poi si recarono da lui,
                  osavano  raggiungerlo  anche  alcuni  colpiti  da  infermità.  A  tutti  i  monaci  che
                  andavano  da lui, raccomandava soprattutto questo precetto: aver fede  nel Si-
                  gnore, amarlo; guardarsi dai cattivi pensieri e dai piaceri della carne e, come è
                  scritto  nei  Proverbi,  a  non  lasciarsi  sedurre  dalla  sazietà  del  ventre.  Inoltre:
                  fuggire la vanagloria, pregare spesso, cantare i salmi prima e dopo il sonno, te-
                  nere a mente i precetti delle Scritture, ricordarsi delle azioni dei santi in modo
                  che l’anima, ammonita da divini insegnamenti, possa uniformarsi allo zelo di
                  quelli.  Consigliava  loro  di  meditare  spesso  sulle  parole  dell’Apostolo:  «Non
                  tramonti il sole sopra la vostra ira» (Ef 4,26). Ma questo precetto va inteso nel
                  senso che il sole non deve tramontare non soltanto sulla nostra ira, ma neppure
                  su qualsiasi altro nostro peccato. E bello, infatti, ed è necessario che il sole non
                  ci  rimproveri  per  qualche  peccato  del  giorno,  né  la  luna  ci  rimproveri  per
                  qualche peccato o per altro cattivo pensiero della notte.
                  Per  ottenere  questo  è  bene  ascoltare  e  custodire  saldamente  le  parole
                  dell’Apostolo:  «Esaminate  voi  stessi  se  siete  nella  fede,  mettetevi  alla  prova»
                  (2Cor 13,5). Quotidianamente ognuno chieda conto a se stesso delle azioni del
                  giorno e della notte. Se ha peccato, cessi di peccare; se non ha peccato, non si
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