Page 26 - Vita di Antonio
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semina e la coltura. Ma egli prese con dolcezza una di quelle e disse a tutte le
                  altre: «Perché mi danneggiate mentre io non vi faccio alcun danno? Andate via
                  e in nome del Signore non venite più qui». Da quel momento le belve, come se
                  avessero temuto l’ordine, non si avvicinarono più a quel luogo.


                  51.  Egli  viveva  solo  nella  parte  più  interna  del  monte,  dedicandosi  alle
                  preghiere  e  alla  pratica  ascetica.  I  confratelli  che  si  recarono  da  lui,  lo
                  supplicarono di permettere loro che gli portassero per qualche mese delle olive,
                  dei  legumi,  dell’olio.  Egli  era  ormai  vecchio.  Vivendo  in  quel  luogo,  quante
                  battaglie  abbia  sostenuto,  come  è  scritto  (Ef  6,12),  non  contro  la  carne  e  il
                  sangue, ma contro gli avversari demoni, noi l’abbiamo appreso da coloro che si
                  recavano  a  visitarlo.  Lì  udivano  tumulti,  molte  voci,  colpi  come  di  armi,  e
                  vedevano  di  notte  il  monte  pieno  di  belve.  Vedevano  Antonio  come  se
                  combattesse contro esseri visibili; lo vedevano pure pregare contro di loro. A
                  coloro  che  lo  avvicinavano,  egli  stesso  dava  fiducia  mentre  combatteva,
                  piegando le ginocchia e pregando il Signore.
                  Era veramente degno di ammirazione perché, pur vivendo solo nel deserto, non
                  temeva  l’aggressione  dei  demoni,  né  la  ferocia  di  tanti  animali  che  vi  erano,
                  belve, quadrupedi, rettili. Ma, come sta scritto (Sal 124,1), confidava nel Signore
                  come il monte Sion, con la mente tranquilla e senza turbamenti. Perciò i demoni
                  fuggivano e le bestie feroci, come sta scritto (Gb 5,23), stavano in pace con lui.


                  52. Come canta Davide (Sal 34,16), il diavolo guardava Antonio e digrignava i
                  denti  contro  di  lui.  Ma  Antonio  era  consolato  dal  Salvatore  e  perciò  non
                  riceveva alcun danno dalla malizia e dalle varie attività del demonio. Una notte,
                  mentre vegliava, il nemico gli scatenò contro delle belve, e quasi tutte quelle che
                  erano  nel  deserto  uscirono  dalle  tane,  lo  circondarono,  minacciandolo  con  la
                  bocca aperta di morderlo. Allora capì che era opera del nemico e disse a tutte:
                  «Se avete ricevuto qualche potere contro di me, sono pronto a essere divorato
                  da voi; se siete state mandate dai demoni, non fermatevi, ma andate via. Io sono
                  servo  di  Cristo».  Dopo  che  Antonio  ebbe  pronunciato  queste  parole,  quelle
                  fuggirono come inseguite dalla sferza del suo discorso.


                  53. Dopo  pochi giorni, mentre  lavorava (infatti aveva anche cura  del lavoro),
                  uno si presentò alla porta e tirò la corda intrecciata con cui Antonio lavorava.
                  Antonio infatti intrecciava delle ceste che donava a quelli che gli facevano visita
                  in cambio di quanto gli portavano. Si alzò e vide una bestia simile a un uomo
                  fino alle cosce e un asino nelle gambe e nei piedi. Antonio si fece il segno di
                  croce e disse: «Sono servo di Cristo; se sei stata mandata contro di me, eccomi
                  pronto». La bestia con i suoi demoni fuggì così velocemente che cadde e morì.
                  Ma la morte della belva in realtà era la caduta dei demoni. Tentarono in tutti i
                  modi di allontanarlo dal deserto, ma non ci riuscirono.
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