Page 28 - Vita di Antonio
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vanti ma perseveri nel bene e senza negligenza, non condanni il suo prossimo e
                  non giustifichi se stesso, come dice il santo Apostolo (1Cor 4,5; Rm 2,6), finché
                  non venga il Signore che scruta le cose nascoste. Spesso anche a noi sfuggono le
                  cose  che  facciamo;  non  ce  ne  rendiamo  conto,  ma  il  Signore  conosce  tutto.
                  Lasciamo, dunque, a lui giudicare; non doliamoci a vicenda dei mali, scambia-
                  moci  l’un  l’altro  i  pesi  (Gal  6,2),  scrutiamoci  attentamente  e,  se  ci  manca
                  qualcosa,  diamoci  da  fare.  «Sia  questo  il  monito  per  la  sicurezza  contro  il
                  peccato: ciascuno annoti e scriva le azioni e i pensieri del suo animo come se
                  dovesse riferirli ad altri. Infatti se pensiamo che per noi potrà essere motivo di
                  vergogna che altri conoscano i nostri peccati, allora noi non peccheremo più, ne
                  faremo cattivi pensieri. Chi desidera del resto essere visto mentre sta peccando?
                  O chi, dopo aver peccato, non mente desiderando, di nascondersi? Come non
                  praticheremmo la fornicazione sotto gli occhi degli altri, così se mettiamo per
                  iscritto i nostri pensieri come se dovessimo riferirli ad altri, ci terremo lontani
                  dai pensieri immondi per la vergogna che altri ne vengano a conoscenza. Sia
                  dunque  per  noi  quella  scrittura  come  lo  sguardo  dei  nostri  confratelli  e  così,
                  poiché scrivendo proveremo vergogna come se fossimo visti, non avremo più
                  pensieri impuri. Vivendo in questo modo, potremo ridurre in schiavitù il corpo
                  (1Cor  9,27),  potremo  piacere  al  Signore,  potremo  calpestare  le  insidie  del
                  nemico».


                  56.  Questi  gli  insegnamenti  che  Antonio  dava  a  coloro  che  lo  visitavano.
                  Soffriva  per  i  malati  e  per  loro  pregava.  Spesso  e  per  molti  fu  esaudito  dal
                  Signore. Ma quando era ascoltato, non insuperbiva, né mormorava quando non
                  lo era. In ogni caso ringraziava sempre il Signore. Esortava i malati ad essere
                  pazienti e a capire che la guarigione non veniva da lui, né da altri uomini, ma
                  soltanto da Dio che la opera quando vuole e per chi vuole. I malati accoglievano
                  come una medicina le parole del vecchio e imparavano a non essere tristi ma
                  piuttosto ad essere pazienti. Coloro poi che guarivano, imparavano a non rin-
                  graziare Antonio ma soltanto Dio.


                  57. Uno del palazzo, di nome Frontone, era afflitto da una gravissima malattia.
                  Si mordeva la lingua e correva il pericolo di perdere la vista. Si recò sul monte
                  da Antonio e gli chiese di pregare per lui. Dopo aver pregato, Antonio gli disse:
                  «Va’, tu guarirai». Ma Frontone insisteva e si fermò sul monte per alcuni giorni.
                  Allora Antonio, insistendo a sua volta, gli disse: «Se ti fermerai qui, non potrai
                  guarire.  Va’,  dunque,  e  quando  avrai  raggiunto  l’Egitto,  vedrai  il  miracolo
                  compiuto in te». Frontone gli credette e andò via. Appena giunse in Egitto, la
                  malattia  scomparve  e  riebbe  la  salute,  come  aveva  detto  Antonio  con  quelle
                  parole che aveva appreso dal Salvatore mentre pregava.


                  58.  Una  vergine  della  città  di  Busiride  di  Tripoli  era  colpita  da  una  brutta  e
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