Page 20 - Vita di Antonio
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verso gli asceti, la negligenza, l’afflizione, il ricordo dei congiunti, la paura della
morte, il desiderio del male, l’incuria per la virtù, i costumi disordinati. Perciò
se vedete qualcosa e vi spaventate e il timore poi subito si dilegua e al suo posto
subentrano una gioia ineffabile, la letizia, la fiducia, la serenità dell’anima, i
pensieri ordinati e le altre cose che ho detto, la virtù e l’amore di Dio, allora
siate fiduciosi e pregate. Così Abramo vedendo il Signore, esultò (Gv 8,56); così
Giovanni, udita la voce di Maria, madre di Dio, esultò godendo (Lc 1,41). Se
invece all’apparire di certe immagini, si presentano il tumulto, il frastuono
esterno, le visioni mondane, la minaccia della morte e le altre cose che prima ho
detto, sappiate che gli spiriti del male sono giunti».
37. «Questo sia per voi il segnale: se l’anima persevera nella trepidazione, gli
spiriti del male sono presenti. I demoni infatti non sono soliti dissolvere il
timore a queste persone, come fece il grande arcangelo Gabriele con Maria e
Zaccaria e quello che apparve alle donne nel sepolcro. Ma essi fanno il
contrario: quando vedono gli uomini spaventati, moltiplicano le immagini per
incutere maggior timore e li scherniscono, dopo averli aggrediti, dicendo: In
ginocchio adorateci”. Così ingannarono i pagani dai quali furono creduti dèi.
Ma il Signore non permette che noi siamo circuiti dal diavolo. Infatti lo redarguì
con queste parole quando lo assaliva con simili immagini: “Vattene, Satana! Sta
scritto: Adora il Signore Dio tuo e a lui solo rendi culto” (Mt 4,10). Dobbiamo
perciò disprezzare al massimo questo essere capace di ogni male. Ciò che il Si-
gnore ha detto, l’ha fatto per noi affinché i demoni, sentendo pure da noi queste
parole, retrocedano, grazie al Signore che con queste stesse parole li ha
biasimati».
38. «Non bisogna vantarsi di scacciare i demoni, né esaltarsi per il dono di
guarire le malattie; non bisogna neppure ammirare chi allontana i demoni o
disprezzare chi non li respinge. Bisogna considerare la pratica ascetica di
ognuno, imitarla con zelo e correggersi. Fare dei miracoli non è opera nostra,
ma del Salvatore che diceva ai discepoli: “Non rallegratevi però perché i de-
moni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto che i vostri nomi sono scritti
nei cieli” (Lc 10,20). Il fatto che i nostri nomi siano scritti nei cieli è testimo-
nianza della nostra virtù e della nostra vita. Scacciare i demoni, invece, è del
Salvatore che ci ha donato la grazia. Perciò a quelli che si vantano non della
virtù, ma dei miracoli e che dicevano: “Signore, Signore, non abbiamo noi
cacciato demoni nel tuo nome e compiuto questi miracoli nel tuo nome?” (Mt
7,22). Il Signore rispondeva: “In verità vi dico, non vi conosco” (Mt 25,12). Il
Signore infatti non conosce le. vie degli empi. Come ho detto prima, dobbiamo
pregare per avere la grazia di distinguere gli spiriti in modo da non credere a
ogni spirito, come è scritto (1Gv 4,1)».