Page 17 - Vita di Antonio
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fantasmi. Essendo dunque dei deboli, devono essere disprezzati. Il vero angelo
inviato dal Signore contro gli assiri non ebbe bisogno di folle, né di assumere
immagini, né di strepiti, né di suoni. Usò in silenzio la sua forza e uccise subito
centottantacinquemila uomini (2Re 19,35). Invece i demoni, non avendo forza,
cercano di far paura con le immagini».
29. «Se qualcuno, pensando a Giobbe, dicesse: “Perché il diavolo, andando via,
fece tutte quelle cose contro di lui, gli tolse i suoi beni, gli uccise i figli, lo
percosse con una grave ferita? (Gb 1,6-22; 2, 6-7)
Ebbene costui deve sapere che non era la forza del diavolo, ma Dio che volle
che Giobbe fosse tentato. Nulla potendo, egli chiese il potere e, ricevutolo, agì
contro Giobbe. Per questo si deve soprattutto disprezzare il nemico perché, pur
volendo, nulla poté contro un solo uomo giusto. Se avesse avuto forza, non
avrebbe chiesto. Chiese non una volta sola, ma due; è evidente che era debole e
impotente. Non c’è da stupirsi se nulla poté contro Giobbe e nulla avrebbe fatto
contro il suo bestiame se Dio non glielo avesse concesso. Non ha neppure il
potere sui porci. Infatti al Signore dissero: “Se ci scacci, mandaci in quella
mandria di porci” (Mt 8,31). Se dunque non hanno alcun potere sui porci, a
maggior ragione non l’hanno sugli uomini, creati a immagine di Dio».
30. «Bisogna perciò temere soltanto Dio. I demoni vanno disprezzati e per nulla
temuti. Quando si comportano così, noi dobbiamo con più intenso zelo
praticare l’ascesi contro di loro. La retta via e la fede in Dio sono una grande
arma contro di loro. Essi temono degli asceti i digiuni, le veglie, le preghiere, la
mitezza, la tranquillità, il disprezzo per il danaro e per la vanagloria, l’umiltà,
l’amore per i poveri, le opere di misericordia, la mancanza d’ira, ma soprattutto
l’amore per Cristo. Si comportano dunque così per non essere calpestati. Sanno
infatti che il Salvatore concesse ai fedeli la grazia contro di loro quando disse:
“Ecco, io vi ho dato il potere di camminare sopra i serpenti e gli scorpioni e
sopra ogni potenza del nemico” (Lc 10,19)».
31. «Se fingono di predire l’avvenire, nessuno presti attenzione. Spesso alcuni
giorni prima dicono che a giorni arriveranno dei confratelli e questi veramente
arrivano Agiscono così non perché si curano di coloro che li ascoltano, ma per
persuaderli a credere in loro e per portarli alla perdizione una volta che li
hanno soggiogati. Non bisogna quindi ascoltarli, ma occorre respingerli quando
parlano perché a noi non necessita la predizione del futuro. Perché meravigliar-
si se, possedendo corpi più leggeri di quelli degli uomini, dopo aver visto
persone in viaggio, le precedono con la corsa e le preannunciano? Allo stesso
modo uno che è a cavallo, rispetto a chi cammina a piedi, è in grado di predire
il futuro. Perciò essi non sono affatto degni di ammirazione. Essi non possono
conoscere le cose che non sono ancora accadute. Soltanto Dio conosce tutte “le