Page 14 - Vita di Antonio
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essere respinti e cacciati via. Molti sono infatti i loro inganni e molti anche i loro
                  movimenti  per  tendere  insidie.  Perciò  il  santo  Apostolo  e  quelli  che  con  lui
                  conoscevano i demoni dicevano: “Non ignoriamo le macchinazioni” (2Cor 2,11).
                  E noi che ne abbiamo fatto esperienza, dobbiamo a vicenda ammonirci. Io che
                  poi ne ho fatta una certa esperienza, parlo a voi come a dei figli».


                  23.  «Costoro,  quando  vedono  che  tutti  i  cristiani  e  soprattutto  i  monaci  sono
                  zelanti  e  progrediscono,  in  primo  luogo  tentano  l’aggressione  e  pongono
                  agguati  lungo  la  strada  (Sal  139,6).  Perciò  noi  non  dobbiamo  lasciarci
                  spaventare dalle loro suggestioni: con le preghiere, con i digiuni, con la fede nel
                  Signore, essi subito cadono. Ma anche caduti, essi non si arrendono; subito si
                  avvicinano  nuovamente  con  astuzia  e  con  inganno.  Infatti  non  potendo
                  apertamente  ingannare  il  cuore  con  il  piacere  osceno,  cercano  altri  mezzi,
                  tentano di far paura con vane immagini, assumendo forme di donne, di belve,
                  di rettili, di grandi corpi, di schiere di soldati. Ma neppure queste immagini si
                  devono temere. Esse sono il nulla e quindi presto si dileguano, soprattutto se
                  noi ci fortifichiamo con la fede e il segno di croce. I demoni sono audaci e molto
                  impudenti: se sono sconfitti in un modo, aggrediscono ancora in un altro modo.
                  Simulano di essere esperti di vaticinio e di predire il futuro, si mostrano molto
                  alti  per  raggiungere  i  tetti,  si  estendono  in  larghezza  per  sedurre  con  questi
                  aspetti  coloro  che  essi  non  sono  riusciti  a  ingannare  con  i  pensieri.  Se  poi
                  trovano  un’anima  salda  nella  fede  e  nella  speranza  della  conversione,  allora
                  fanno venire il loro capo».


                  24. «Essi appaiono come il Signore rivelò il diavolo a Giobbe dicendo: “I suoi
                  occhi  sono  come  le  palpebre  dell’aurora.  Dalla  sua  bocca  partono  vampate,
                  sprizzano  scintille  di  fuoco.  Dalle  sue  narici  esce  fumo  come  da  caldaia,  che
                  bolle sul fuoco. Il suo fiato incendia carboni e dalla bocca gli escono fiamme”
                  (Gb 41,10-13). Il capo dei demoni, mostrandosi in questo modo, atterrisce, come
                  ho  detto  prima.  Quello  scaltro  si  vanta  pronunciando  grosse  parole,  come  il
                  Signore dimostrò a Giobbe: “Stima il ferro come paglia, il bronzo come legno
                  tarlato.  Fa  ribollire  come  pentola  il  gorgo,  fa  del  mare  come  un  vaso  da
                  unguenti.  Dietro  a  sé  produce  una  bianca  scia  e  l’abisso  appare  canuto”  (Gb
                  41,19.23-24); e ancora per mezzo del profeta: “Il nemico aveva detto: Inseguirò,
                  raggiungerò”  (Es  15,9)  e  poi:  “La  mia  mano,  come  in  un  nido,  ha  scovato  la
                  ricchezza dei popoli. Come si raccolgono le uova abbandonate, così ho raccolto
                  tutta la terra” (Is 10,14).
                  Di simili cose si vantano e promettono di farle con lo scopo di sedurre quanti
                  adorano Dio. Ma occorre che noi che abbiamo fede non temiamo le apparizioni
                  del diavolo, né prestiamo fede alle sue voci. Egli infatti mente e non dice alcuna
                  cosa vera. Mentre egli dice tante e tante cose con audacia, viene trascinato dal
                  Salvatore come un serpente all’amo, come un animale che riceve la cavezza alle
                  narici; come un fuggiasco ha il naso legato a un anello, ha le labbra trafitte da
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