Page 83 - Vita Copta di Pacomio e Teodoro
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congregazione. Tuttavia, abbiamo fiducia che il Signore non li visiterà tutti e due». Ed
avvenne come aveva predetto: qualche giorno più tardi il Signore visitò Akulas; a causa
sua i fratelli si abbandonarono ad un gran dolore, insieme al nostro padre Teodoro.
Mentre questi era ancora afflitto, gli fu portata la notizia che l’altro fratello si era
ristabilito. I fratelli ammirarono allora come si fosse realizzato rapidamente quanto
aveva predetto.
148. Un giorno, il nostro padre Teodoro andò a visitare un fratello caduto in peccato,
per risanare in segreto la sua anima. Nessuno conosceva le azioni nelle quali era caduto.
Apa Teodoro cominciò a parlargli delle sue colpe, come gli erano state manifestate in
segreto, ma il fratello negò dicendo: «Non ho fatto nessuna delle cose che dici». Costui
ignorava che nulla restava nascosto ad apa Teodoro, come al nostro padre Pacomio.
Vedendo che non confessava le sue colpe, apa Teodoro lo lasciò dicendo: «Basta».
Dopo qualche giorno, apa Teodoro lo chiamò e lo inviò al lavoro insieme ad altri
fratelli, in un monastero. Finito il lavoro, ritornarono a sud. Mentre erano in cammino, il
fratello ebbe sete e scese al fiume per bere: un coccodrillo improvvisamente balzò su di
lui, ma per il soccorso del Signore fu salvato. Dopo di ciò, tornato a Pbow, la sera di
quello stesso giorno, fu punto da uno scorpione, e si trovò in pericolo di morte. Subito
pianse e mandò a chiamare il nostro padre Teodoro, supplicandolo di concedergli un
colloquio prima della morte. Ma questi rifiutò di andare: «Il giorno in cui poteva avere
aiuto, lo ha rifiutato; ed ora, che bisogno c’è che io vada a trovarlo, dopo che lo Spirito
si è ritirato da lui! La confessione che farà ora sarà vana, perché intempestiva». Quando
l’inviato tornò da lui e gli disse: «Rifiuta di venire», il fratello continuò a pregare
dicendo: «Andate, supplicatelo, prima che io muoia». Essi andarono da apa Teodoro e si
misero a pregarlo, finché questi si alzò e li seguì. Quando quel fratello li vide, disse:
«Ritiratevi, perché ho una parola da dire ad apa Teodoro». Ritiratisi, disse a nostro
padre Teodoro: «Padre mio, perdonami, ho peccato, perché non ho confessato la verità
il giorno che mi hai parlato, per la mia salvezza; al contrario, ho mentito davanti a te.
Ebbene ora, reverendo padre, prega per me, perché ottenga misericordia: ecco, vado
nelle mani di Dio. Sì, so che tutto ti è possibile». Nostro padre Teodoro gli rispose: «È
possibile al Signore, non solo perdonare te, ma tutto il mondo».
Il fratello pianse, e dopo due giorni morì. Allora i fratelli interrogarono nostro padre
Teodoro dicendo: «Di che specie era questo fratello che è morto?». Rispose: «Mi sono
dato da fare per parlargli, perché ottenesse dal Signore il pentimento. Ma egli rifiutò,
mentendo: Non ho fatto nulla. Ebbene, vi assicuro che riceverà dei grossi colpi. E non
solo lui, ma molti riceveranno grossi colpi, quando il Signore li visiterà».
149. In mezzo a tutti, aveva pronunciato il nome di certuni, e li esortava: «Se non ti
converti, e non fai penitenza, anche tu sarai soggetto a tormenti e castighi». Ma quando
vide che molti di quelli che aveva citato pubblicamente non si convertivano dalla
negligenza, li cacciò di mezzo ai fratelli, dicendo: «Non pensate che io abbia cacciato i
nostri membri-compagni senza alcun motivo. Infatti, mi sono dato da fare per la loro
salvezza, ma essi rifiutano di obbedire alle leggi di Dio, che salvano tutti. Di più,
ascoltandomi mentre li riprendevo dicendo: Riceverete dei grossi colpi, si burlavano
delle mie parole e dicevano: non avverrà. Gli anziani tra di voi hanno inteso il nostro
padre dire, mentre era ancora in vita, al momento della morte di un fratello le cui opere