Page 79 - Vita Copta di Pacomio e Teodoro
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sforziamoci di produrre frutti degni di penitenza, come dice il profeta Isaia: Se riscattate
                  le  vostre  colpe,  le  vostre  anime  vedranno  una  prosperità  di  lunga  durata.  Infatti,  se
                  veramente ci esercitiamo bene nell’umiltà e nelle fatiche corporali, dopo la noncuranza
                  in cui siamo vissuti, meriteremo di vedere i santi che si trovano nell’eternità, cioè nel
                  secolo  senza  fine.  Se  per  vostra  libera  decisione  vi  disporrete  a  vivere  in  modo
                  conforme  al  patto,  che  ho  fatto  con  voi  oggi,  non  solo  il  Signore  paziente  e
                  misericordioso, che sopporta in ogni tempo tutte le nostre colpe e infermità si rallegrerà
                  della nostra guarigione e ci aiuterà, ma anche gli angeli, che nella Scrittura sono detti
                  fiamme  di  fuoco,  e  che  non  sopportano  l’iniquità,  si  volgeranno  verso  di  noi  con
                  compassione; di più, veglieranno su di noi, come sta scritto:  L’angelo del Signore si
                  accampa, intorno a quelli che lo temono, e li salva. Poiché dice: veglia su quelli che lo
                  temono,  è  chiaro  che  non  sopporta  quelli  che  vede  vivere  coscientemente  nella
                  noncuranza. Quanto a colui che ha creato l’universo con gli angeli, cui appartiene ogni
                  potere  egli  sopporta  meglio  le  nostre  debolezze  e  infermità,  per  la  sua  grande
                  misericordia verso la nostra natura; sopporta perché si faccia penitenza, non perché la
                  cosa sia senza importanza. Perciò invita i suoi discepoli ad essere misericordiosi e figli
                  di Dio, dicendo: Siate misericordiosi, come il Padre vostro che è nei cieli. E di nuovo:
                  Siate perfetti, come è perfetto il Padre vostro che è nei cieli

                  Non è da chiunque sopportare queste parole, ma solo dei perfetti, in cui abita lo spirito
                  di Dio; così altrove è scritto: Sei tu che raccogli ma un altro ha edificato. E affinché
                  sappiamo con precisione che quelli che hanno raggiunto un tal grado perfetto – di questi
                  parliamo –, sono coloro ai quali chi si pente deve confessare i propri peccati, dice così:
                  Confessate i vostri peccati gli uni gli altri; e ancora: La preghiera del giusto è molto
                  potente ed efficace. Elia in effetti era un uomo come noi; rivolse una preghiera perché
                  il cielo non desse più pioggia, e non piovve per tre anni e sei mesi; in seguito di nuovo
                  pregò e il cielo diede la pioggia, e la terra produsse i suoi frutti. Io vi dico queste cose,
                  fratelli, affinché il Signore, se vuole, applichi un rimedio alle ferite di coloro che furono
                  colpiti dal diavolo, poiché sta scritto: Chi nasconde le proprie iniquità, non sarà nella
                  via diritta. Ora dunque, fratelli miei, igumeni dei santi luoghi donati da Dio al nostro
                  defunto padre, sento che con la vostra bocca esprimete apertamente propositi equivoci,
                  gli uni dicendo: Questo monastero è mio, gli altri: Questo oggetto è mio. Ebbene, non
                  succeda più una cosa simile; se voi siete veramente disposti di tutto cuore a divenire
                  apotattici alla maniera del nostro defunto padre, allora ciascuno di voi dichiari: Io non
                  sono  più  igumeno  del  convento;  di  più:  Siamo  pronti  a  sottometterci  a  quanto  ci
                  comanderai».

                  Udite queste parole di Teodoro, tutti gli risposero con riconoscenza: «Siamo disposti ad
                  agire  come  vorrai,  solo  affrèttati  a  ristabilire  le  regole  che  il  defunto  nostro  padre
                  Pacomio ci ha imposte, e le sante leggi che ci ha date da seguire. Un giorno io abbiamo
                  udito benedirti, con quelle benedizioni che Giacobbe, sul punto di morire, circondato da
                  tutti  i  suoi  figli,  aveva  rivolto  a  Giuseppe.  Anche  Giuseppe,  all’inizio,  aveva  subito
                  grandi tribolazioni e molte vessazioni, ma alla fine ricevette da Dio grandi onori, molti
                  elogi e un potere considerevole, tanto che durante la carestia nutrì i fratelli e tutta la
                  famiglia; tutti gli furono sottomessi e lo ringraziarono per tutta la vita. Tale è stata la
                  situazione  in  cui  ti  sei  trovato  anche  tu:  hai  vissuto  nell’abiezione  e  nell’inferiorità
                  davanti a tutti, per la tua grande umiltà ed obbedienza. Ecco ora che il Signore ti ha
                  elevato, affinché tu ci nutra nelle tradizioni che il defunto nostro padre Pacomio ci ha
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