Page 80 - Vita Copta di Pacomio e Teodoro
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lasciati, e nei precetti di nostro Signore Gesù, che abbiamo udito nelle Scritture».

                  143.  Dopo che i  fratelli ebbero fatto questa eccellente dichiarazione, dicendo:  Siamo
                  pronti  a  sottometterci  al  giogo  della  santa  congregazione  del  defunto  nostro  padre,
                  Teodoro lasciò a Pbow gli otto igumeni ad intrecciare stuoie, come tutti i fratelli, e si
                  recò con due fratelli nei vari monasteri, a visitarli, convento per convento. Li rinsaldava
                  nella parola di Dio, nelle leggi del defunto nostro padre e nelle regole da lui elaborate,
                  affinché  le  mettessero  in  pratica,  per  la  salvezza  delle  loro  anime.  Poi  fece  ritorno
                  rapidamente a Pbow.

                  Quando gli igumeni, lasciati a Pbow, seppero che il nostro padre Teodoro tornava, gli
                  andarono incontro contenti, con gli altri fratelli – come erano soliti fare quando il nostro
                  padre  Pacomio  tornava  dalle  visite  ai  monasteri  –,  a  motivo  della  grazia  di  Dio  che
                  abitava in lui. Teodoro li abbracciò e si mise in cammino con loro, mentre tutti insieme
                  recitavano la parola di Dio ed entravano nel monastero.

                  Teodoro procedeva in grande umiltà e con il volto triste: non desiderava infatti ricevere
                  dagli uomini l’inutile fama di questo mondo, ma cercava sempre la sola volontà di Dio e
                  l’umiltà davanti a tutti i fratelli.

                  144. In seguito, Teodoro invocò il Signore, allo scopo di sapere cosa dovesse fare degli
                  igumeni dei monasteri. Il Signore esaudì la sua preghiera e gli mandò una rivelazione.
                  Mentre  pregava,  ebbe  una  visione  e  cadde  in  estasi:  vide  il  nostro  padre  Pacomio
                  rivestito di un abito bianco come la neve, e accompagnato da due angeli del Signore.
                  Vedendolo, ebbe paura, ma gli angeli gli fecero cenno di avvicinarsi. Egli obbedì tutto
                  tremante. Uno degli angeli afferrò l’abito di cui era vestito il nostro padre Pacomio e lo
                  espose  al  suo  sguardo,  facendo  un  cenno:  «Vedi  la  qualità  dell’abito  che  porta!».
                  Insegnava  così  che  il  nostro  padre  Pacomio  è  nella  gloria  con  tutti  i  santi,  secondo
                  quanto fu detto ad Abramo: che è un re per grazia di Dio. In effetti, l’abito somigliava a
                  porpora e brillava come lampi. Dopo avergli mostrato la sua gloria, Pacomio gli indicò
                  quali fratelli dovevano essere nominati igumeni e in quale monastero, e gli comandò di
                  non  porli  superiori  nel  convento  in  cui  erano  stati  prima,  ma  in  uno  nuovo,  perché
                  vivessero nel distacco.

                  Dopo la visione, Teodoro convocò gli igumeni e gli anziani che si trovavano a Pbow, e
                  tenne consiglio; stabilì conformemente a quanto gli era stato rivelato dal Signore. Dopo
                  averli designati, dichiarò: «Non sono stato io, vostro capo, che vi ho designato, ma ho
                  agito conformemente a quanto mi è stato rivelato dal Signore». Procedeva allo stesso
                  modo  due  volte  l’anno,  per  il  loro  profitto,  facendo  passare  molti  da  un  convento
                  all’altro, e da un posto all’altro. Allo stesso modo i fratelli si riunivano, come ho detto
                  prima, il giorno di Pasqua, e anche nei giorni della remissione, durante i quali si dava
                  lettura dei rendiconti del lavoro manuale.

                  145.  Una  volta,  i  fratelli  si  trovavano  riuniti.  Teodoro  aveva  fatto  di  nuovo  le
                  promozioni, secondo il solito  procedimento,  e  alcuni avevano costruito  nuove case  e
                  sinassi, secondo i bisogni dei fratelli. Dopo aver fatto le promozioni, disse: «Ecco, vi ho
                  designati, come pensate, per volontà di Dio, poiché così realizza la salvezza delle vostre
                  anime e dei fratelli che sono con voi. Se dunque ho chiamato uno che si trovava in un
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