Page 76 - Vita Copta di Pacomio e Teodoro
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abbiano  consolazione  per  mezzo  suo».  Quando  apa  Orsiesi  ebbe  saputo  che  tale  era
                  anche il desiderio di Teodoro, lo mandò con apa Macario.

                  138. Mentre si trovava in barca, prima di aver raggiunto il monastero, un fratello che
                  prima  di  allora  non  conosceva  apa  Teodoro  e  pensava  che  fosse  entrato  da  poco,
                  conoscendo  già  l’arte del  fornaio,  gli si  avvicinò e gli  chiese:  «Da quanto tempo sei
                  arrivato fra i fratelli?». Rispose Teodoro: «Da poco tempo». E quello: «Era già il tuo
                  mestiere,  l’arte  del  fornaio,  quando  eri  nel  mondo?».  Rispose:  «Naturalmente».  Il
                  fratello continuò dicendogli: «Se entri nella sala di impastatura per preparare i pani e
                  vedi dei fratelli chiacchierare o ridere, guarda di non scandalizzarti; quando sono riuniti
                  individui in gran numero, è fatale che se ne trovi qualcuno di tal sorta». Teodoro gli
                  rispose:  «Hai fatto bene ad avvisarmi». Poco dopo approdarono al monastero, da cui
                  tutti i fratelli uscirono loro incontro ad abbracciarli con gioia. Quando il fratello, che
                  l’aveva prevenuto sulla barca, seppe che si trattava di apa Teodoro, andò a nascondersi
                  da  qualche  parte  per  la  vergogna.  Apa  Teodoro  camminò  con  i  fratelli,  recitando
                  preghiere,  finché  arrivarono  al  monastero.  Soggiornò  presso  di  loro  e  tutti  i  fratelli
                  ammirarono la sua profonda umiltà nei confronti di chiunque.

                  Dimissioni di Orsiesi e nomina di Teodoro

                  139. Quando al nostro padre Orsiesi, constatando che certi monasteri cominciavano a
                  separarsi dalla congregazione, gli davano noie e gli disobbedivano, allontanandosi dalla
                  direzione, che indicava loro, secondo le forze che Dio gli aveva accordato, ne fu molto
                  afflitto  e  cominciò  a  temere  che  si  producesse  una  dispersione  delle  anime,  che  il
                  Signore aveva riunite attraverso il suo servitore.

                  Un certo Apollonio, igumeno a Thmousons, aveva provocato numerose agitazioni, tanto
                  che gli altri monasteri approvavano il suo linguaggio, dicendo: «Non abbiamo nulla a
                  che fare con Orsiesi e non abbiamo nulla a che fare con i regolamenti che ha stabilito».
                  Constatando la grande depressione che regnava nei monasteri, Orsiesi rimase zitto preso
                  dal timore di vedere la congregazione disgregarsi per causa sua. Un giorno era stato a
                  lungo nella tribolazione. Alla sera si mise a pregare e ad invocare Dio con abbondanti
                  suppliche, perché gli rivelasse la linea di condotta da tenere, per non essere messo in
                  grave pericolo davanti al Signore a causa di quella faccenda. Più tardi vide in visione
                  due letti davanti a lui: uno dei  due era vecchio  e rotto,  l’altro, nuovo e solido. Vide
                  anche un uomo che poteva essere nostro padre Pacomio, rivolgerglisi in segreto: «Non
                  aver paura, Orsiesi: il vecchio letto si appoggi sul nuovo, e sarai tranquillo». Allora gli
                  venne l’idea che il vecchio letto era lui stesso e il nuovo Teodoro. Venuto il mattino,
                  fece riunire tutti gli anziani, che si trovavano nel monastero, escluso il solo Teodoro e
                  tenne  un  gran  consiglio.  Disse:  «Ecco,  avete  visto  le  noie  e  i  disordini  causati  dai
                  fratelli, che cercano di disperdere l’unità, che Dio ha operato attraverso il nostro padre
                  defunto. Ora dunque, sceglietevi un uomo capace di governarvi secondo Dio; quanto a
                  me, la mia debolezza è nota a tutti». I fratelli lanciarono grida e piansero. Allora Orsiesi
                  rispose:  «Non  piangete,  fratelli;  non  dovete  pensare  che  mi  si  faccia  violenza;  per
                  niente. Al contrario, io  agisco così  per la mia tranquillità  e la vostra salvezza».  Essi
                  risposero:  «Non  conosciamo  nessuno,  tranne  la  tua  santità;  dunque,  agisci  come  ti
                  sembra meglio» Egli rispose: «Visto che consentite alla soluzione che io deciderò, colui
                  che Dio mi ha rivelato come capace di farvi pascolare in modo perfetto davanti a Dio e
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