Page 72 - Vita Copta di Pacomio e Teodoro
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che ero partito dalla montagna esterna, accorrevano numerosi gruppi di persone che si
erano azzuffate tra loro, venivano da noi e mi importunavano perché scrivessi alle
autorità e ai magistrati riguardo alle loro liti; io, che non vi vedevo alcun profitto per il
nostro abito, mi alzavo in fretta e mi ritiravo all’interno della montagna, per vivere da
solo».
128. Mentre il beato apa Antonio diceva queste cose, esponendo il modo di vita dei
santi fratelli della congregazione, vi erano intorno a lui grandi folle di preti e funzionari,
venuti a fargli visita e ricevere la sua benedizione. Conoscendo i loro pensieri, che cioè
mormoravano tra loro per il modo in cui lodava i fratelli della congregazione, si rivolse
a tutti loro insieme: «Vi dico che senza dubbio vi siete indignati perché ho lodato il
modo di vita dei fratelli!» I preti gli risposero: «Certo siamo indignati senza motivo!
No, se siamo indignati è perché già da molto tempo sei malato: chiunque di noi venisse
a trovarti, vescovo, tribuno, conte, funzionario, tu non potevi alzarti per abbracciarlo, e
noi dovevamo chinarci su di te, baciarti la testa, la bocca o il petto quasi con
riconoscenza. Quando invece hai saputo dei fratelli di Tabennesi, ti sei scansato, ci hai
piantati in asso, sei uscito loro incontro tutto allegro e li hai baciati con grande affetto».
Apa Antonio rispose loro: «Voglio convincervi e dire l’esatta verità su quanto è
successo. Il Signore lo sa, non è per loro soltanto che sono potuto uscire loro incontro,
ma un angelo glorioso di Dio è entrato prima di loro e mi ha informato: Ecco, i figli di
Pacomio di Tabennesi vengono da te; e mentre l’angelo parlava, la notizia mi fu portata
dai fratelli: Ecco, i fratelli della congregazione vengono da noi a farci visita. Subito si
unì a me una forza del Signore: mi alzai, corsi davanti ad essi e li abbracciai. Felici loro,
se sono perfetti in tutto ciò che ha raccomandato il padre Pacomio, uomo perfetto sotto
ogni punto».
129. I fratelli del suo monastero ripresero: «Se i fratelli della congregazione meritano
tutte le lodi che hai loro tributate, come mai, quando passiamo per i loro monasteri, ci
tormentano interrogandoci: Siete Meleziani? Costretti a rispondere che siamo affiliati ad
apa Antonio, ci rispondono: Molti vengono qui e certificano: siamo affiliati a lui; li
riceviamo conformemente al precetto del Vangelo; poi, quando sono partiti, facciamo
ricerche su di loro e scopriamo che sono Meleziani. In ogni caso, noi siamo tormentati,
perché non hanno fiducia in noi, anche se siamo affiliati a te». Apa Antonio rispose
loro: «O spiriti semplici, senza discernimento per le Scritture e che ricevete chiunque!
Volete che i fratelli della congregazione agiscano come voi, e non siano più attenti
nell’esaminare le persone? Essi, ricordandosi della parola del Vangelo, stanno bene in
guardia, come ha detto nostro Signore: Guardatevi dai falsi profeti che vengono a voi in
vesti di pecora, ma dentro sono lupi rapaci; e ancora: Vagliate tutto e trattenete ciò che
è buono, perché esiste un amore che gli uomini chiamano buono, ma le cui estremità
toccano l’inferno». I fratelli e i chierici furono soddisfatti di questo incidente, per le lodi
che apa Antonio aveva rivolto ai fratelli della congregazione. Dopo, si alzò e pregò con
loro. I fratelli lo lasciarono, e raggiunsero in pace la loro barca. Apa Antonio aveva dato
loro una lettera per il beato arcivescovo Atanasio.
Morte di Petronio e nomina di Orsiesi
130. Mentre i fratelli erano ad Alessandria, a Pbow la malattia di apa Petronio si
aggravò. Questi allora disse ai fratelli riuniti intorno a lui: «Ecco, è deciso, devo