Page 73 - Vita Copta di Pacomio e Teodoro
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prendere la strada di tutta la terra secondo l’espressione della Scrittura. Ed ora, vedete
voi chi volete per padre, che vi faccia pascolare nei precetti del Signore». All’unanimità
risposero piangendo: «Dopo Dio e il nostro padre, non conosciamo nessuno all’infuori
di te; del resto, a te ci ha affidati il nostro padre moribondo». Egli rispose: «Per me è
arrivato il momento di abbandonare il corpo, come tutti; colui che mi è stato rivelato
dovrà edificare le vostre anime nel timore di Dio, è apa Orsiesi». Questi, che era seduto
e piangeva, disse: «È al di sopra delle mie forze». Gli rispose apa Petronio: «Non sono
io ad importi questo, non è un uomo: è Dio, è il nostro padre». Poco dopo, il giusto apa
Petronio aprì la bocca e rese lo spirito il venticinque del mese di epiph. Apa Orsiesi e i
fratelli passarono la notte intera leggendo e piangendo attorno a lui; all’ora della sinassi
del mattino, lo prepararono per la sepoltura, poi offrirono per lui la prosfora e
camminarono davanti a lui, mentre lo portavano sulla montagna. Lo inumarono accanto
al nostro padre.
131. Gli anziani si riunirono insieme dicendo con tristezza: «Come potremmo non
essere addolorati per colui che è morto? Lui, che il nostro padre ci aveva messo a capo
per farci pascolare, come una balia scalda i suoi piccoli. Se dicessimo che il Signore è
irritato con noi, diremmo una sciocchezza. Ora, benedetto a sua volta colui cui siamo
stati affidati! Possa rimanere a lungo tra noi! Infatti, anch’egli, apa Orsiesi, è del gruppo
di coloro che sono morti, lui così spesso colmato di lodi dal nostro padre. Prima di
morire, apa Petronio ha detto: Non sono io ad imporre ciò, ma Dio e il nostro padre; e
noi sappiamo con certezza che nessuna menzogna è mai uscita dalla sua bocca».
Apa Orsiesi si mise con coraggio alla testa della congregazione. I fratelli gli ubbidivano
in tutto con grande umiltà e sottomissione. In seguito si sedette per la catechesi e disse
ai fratelli: «Il Signore sa che non ho acconsentito neppure per un giorno a questa carica:
voi, voi la meritate, perché siete più anziani di me; anzi, chi l’ha meritata di più è apa
Teodoro, perché ha seguito in tutto il nostro padre. Tuttavia, se questa è la volontà di
Dio, nessuno può opporsi ad una sua decisione! Invito la vostra pietà a pregare per me,
perché il Signore mi assista in ogni buona opera. Inoltre, se questa è la volontà del
Signore e vostra, desidero andare da tutti i fratelli per visitarli, secondo l’espressione
dell’apostolo Paolo». Gli anziani gli risposero: «Che il Signore ti assista in tutto, ti doni
lo spirito che donò al nostro padre e ponga la sua pace su di te per sempre!». Dopo di
ciò si alzò e pregò; ciascuno raggiunse la sua dimora con grande conforto. L’indomani
mattina, prese con sé dei fratelli e si recò in tutti i monasteri, per visitare i fratelli e
confermarli nel timore del Signore e nelle istituzioni del nostro padre.
132. Quando ai fratelli, ad Alessandria, arrivò la notizia che apa Petronio era morto, si
sedettero e piansero. Al momento in cui fu portata loro, apa Teodoro era in città con
altri due fratelli; quando tornò li trovò in lacrime e chiese loro perché piangevano. Ed
essi a dirgli: «Piangiamo la nuova disgrazia che ci ha colpiti: ci è stato detto che apa
Petronio è morto»; e poi «Ha stabilito al suo posto apa Orsiesi di Seneset». Anche apa
Teodoro pianse sulla sua morte. Ma dopo qualche secondo disse: «Non piangiamo,
fratelli, ma diciamo piuttosto: Sia fatta la volontà del Signore. Se il Signore ci ha tolto
un buon padre che nutriva le nostre anime, ecco che la sua abbondante misericordia si è
ricordata delle pene e delle lacrime del nostro padre e ce ne ha suscitato un altro,
potente ed abile nello Spirito Santo. Questi è il vero Israelita in cui non c’è inganno; è
veramente Gesù di Nave, che Dio ha dato a Mosè come luogotenente; è uno dei tre