Page 69 - Vita Copta di Pacomio e Teodoro
P. 69

saranno negligenti, tu li riporterai alla legge del Signore? Mi ha forse voluto dire che,
                  dopo  qualche  tempo,  i  fratelli  mi  saranno  riaffidati?  Non  lo  so».  Mentre  Teodoro
                  rifletteva tra sé, il nostro padre gli disse: «Non essere indeciso, non essere pusillanime;
                  infatti, si tratta non solo di quello che ti ho detto, ma anche di quello che pensi dentro di
                  te». Teodoro gli rispose piangendo: «Bene».

                  123.  Dopo  aver  detto  così,  il  nostro  padre  si  assopì  un  momento  e  non  parlò  più  a
                  nessuno.  In seguito si  segnò tre volte con la mano, e immediatamente aprì  la bocca,
                  rendendo l’anima il quattordici del mese di pasons, alla decima ora del giorno. In quel
                  momento, il locale fu sconvolto, al punto che tremò per tre volte. Molti anziani, che
                  avevano frequenti visioni, raccontarono: «Abbiamo visto schiere di angeli, le une al di
                  sopra  delle  altre,  che  lo  contemplavano;  poi  lo  precedettero  cantando  con  grande
                  allegria finché fu ricevuto nel suo luogo di riposo; e fu così che il locale nel quale morì
                  esalò un dolce profumo per molti giorni» Teodoro tenne le mani sugli occhi del nostro
                  padre Pacomio, per chiuderglieli, come Giuseppe, riguardo al quale disse il Signore a
                  Giacobbe:  Non  temere  di  scendere  in  Egitto,  perché  ti  farò  diventare  una  grande
                  nazione; io scenderò con te, ti farò uscire di là, e Giuseppe poserà la mano sui tuoi
                  occhi. Tutti i fratelli si precipitarono su di lui piangendo: gli baciarono la bocca e tutto il
                  santo corpo.

                  Passarono il resto del giorno e tutta la notte a recitare lezioni intorno a lui e davanti
                  all’altare. Finita la sinassi del mattino, prepararono per la sepoltura il suo santo corpo
                  come  quello  degli  altri  fratelli,  poi  offrirono  per  lui  la  prosfora.  Dopo  di  ciò  io
                  precedettero  salmodiando,  mentre  lo  si  portava  sulla  montagna  e  lo  si  inumava,  il
                  quindici di pasons. Molti fratelli ritornarono dalla montagna in grande abbattimento e
                  con  atteggiamento  umile;  molti  tra  loro  dicevano:  «Oggi  veramente  siamo  diventati
                  orfani».

                  Discesi dalla montagna, Teodoro prese con sé tre fratelli: quella notte tolsero il corpo
                  dal  luogo  dove  era  stato  sepolto  e  lo  deposero  insieme  ad  apa  Pafnuzio,  fratello  di
                  Teodoro e contabile della congregazione. E fino ad oggi nessuno conosce il punto in cui
                  si trova. Aveva sessant’anni; si fece monaco a ventun’anni, gli altri trentanove li passò
                  come monaco. Infatti il Signore, visto che egli aveva crocefisso la propria carne fino al
                  compimento della sua volontà, volle accordargli il riposo: lo prese con sé, e non permise
                  che conducesse una esistenza lunga, al  punto  di  arrivare ad una debolezza del  corpo
                  maggiore di quanto desiderava.

                  Governo di Petronio

                  124. Il nostro padre apa Petronio era a letto malato, e dirigeva i fratelli in tutto ciò su cui
                  lo interrogavano, secondo le regole. Saputo che i fratelli sarebbero partiti quell’anno per
                  far visita all’arcivescovo di Alessandria e per acquistare le cose necessarie ai malati,
                  chiamò Teodoro e lo mandò con gli altri fratelli per il servizio dei monasteri; gli diede
                  anche  una  lettera  indirizzata  all’arcivescovo,  riguardante  la  morte  del  nostro  padre
                  Pacomio. Abbracciò Teodoro e i fratelli, e disse loro: «Salutatemi molto il padre della
                  fede; anch’io vi saluto, perché senza dubbio non ci rivedremo se non insieme al nostro
                  padre  e  agli  altri  compagni».  I  fratelli  lo  lasciarono  e  si  imbarcarono  con  tristezza,
                  perché aveva detto: «Non mi rivedrete più».
   64   65   66   67   68   69   70   71   72   73   74