Page 8 - Vita Copta di Pacomio e Teodoro
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carne!». Poi si ritirò per non mangiare più fino all’indomani. Il giovane Pacomio gettò
via il sale con l’olio e, preso quello che conteneva cenere, pregò umilmente l’anziano:
«Perdonami, reverendo Padre, alzati e mangia». Allora il santo vecchio giurò: «Non
fosse stato per la lampada del santuario e per poter lavorare la lana, non avrei mai
sopportato olio in casa mia». Pacomio rispose: «Padre santo, perdonami, sono io che ho
sbagliato». Allora l’anziano si alzò. Mangiarono un poco, mentre le lacrime rigavano
loro le guance.
12. Il giovane Pacomio, osservato il coraggio dell’anziano apa Palamone, prese
l’abitudine di allontanarsi spesso dalla casa, di recarsi presso tombe piene di morti e di
passarvi tutta la notte, dalla sera al mattino, pregando davanti al Signore Gesù, cosicché
il suolo su cui si teneva in piedi diventava come fango a causa dell’abbondante sudore
del suo corpo.
Dopo quattro anni, Pacomio ebbe di nuovo la visione di prima: la rugiada dal cielo
discendeva su di lui, cadeva e riempiva la superficie della terra. Vide ugualmente delle
chiavi che gli venivano date in segreto. Venuto il mattino, informò il santo anziano apa
Palamone della visione che aveva avuta. Questi rimase molto perplesso e disse: «C’è un
senso profondo nell’interpretazione di questo racconto, Pacomio, figlio mio; in ogni
cosa sia fatta la volontà di Dio».
13. Accadde un giorno, all’Epifania, che Pacomio, ritornando dalla foresta di acacie,
guardò e vide che l’anziano faceva bollire una pentola, dentro di sé si domandò con
stupore: «Che cosa fa cuocere oggi l’anziano?». Poco dopo questi disse: «Pacomio,
presto, porta il piatto». Dopo che Pacomio l’ebbe portato, scoprì la pentola e la vuotò
nel piatto: non c’erano che fichi duri! Infatti c’era in quel luogo un grande fico, che essi
innaffiavano in vista di un eventuale bisogno dei malati. Si alzarono, pregarono e
mangiarono, ringraziando il Signore, perché l’amaro diventa dolce per chi ha molta
fame.
Sorte di un asceta presuntuoso
14. Accadde pure che un giorno, mentre erano seduti intorno ad un braciere ardente,
lavorando e recitando a mente la Sacra Scrittura, si presentò alla porta un fratello che
abitava in una casa vicina. Subito Pacomio si alzò per aprirgli. Appena entrato, il
fratello parlò con orgoglio; alla vista del braciere, il suo cuore fu invaso dal demonio e
disse loro: «Voi vi vantate di essere degli asceti davanti a Dio? Ebbene, chi di voi ha
fede, si alzi, stia in piedi sul braciere e reciti la preghiera del Vangelo». Il santo anziano
apa Palamone, irritato gli rispose: «Sia maledetto il demonio che ha messo nel tuo cuore
questa cattiva e vana idea; per ora ciò ti basti». Ma egli non obbedì al santo anziano,
anzi, grazie a colui che agiva in lui mediante l’orgoglio, salì sul braciere ardente e recitò
la preghiera; i suoi piedi non subirono alcun danno. Si rimise subito in cammino molto
orgogliosamente, fino a casa sua.
Pacomio disse allora all’anziano: «Padre, il Signore sa che ho ammirato questo fratello
salito su tutto quel fuoco senza bruciarsi!». Il beato apa Palamone così rispose: «Figlio
mio, non ammirare quest’uomo: è stato senza dubbio il Signore a permettere che, per
l’intervento del demonio, i suoi piedi non si bruciassero, secondo ciò che sta scritto: A