Page 13 - Vita Copta di Pacomio e Teodoro
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invidia e presero a combatterlo apertamente. Capitava talvolta che, mentre pregando si
genufletteva, i demoni scavavano una finta buca davanti a lui, perché, preso da timore,
smettesse di inginocchiarsi. Ma Pacomio, conoscendo bene gli inganni del tentatore,
faceva la genuflessione con fede, benediceva Dio, ringraziava Cristo. Così confondeva i
demoni. Altre volte, i demoni camminavano davanti a lui su due file, come davanti ai
comandanti, dicendo tra loro: Fate largo all’uomo di Dio, con l’intenzione di ingannarlo
e di fare in modo che li guardasse. Ma l’uomo di Dio, grazie alla speranza che riponeva
nel Signore, non li guardava: si burlava di loro sapendoli impotenti, e subito quelli
scomparivano. Altre volte scotevano la casa per fargli credere che gli cadesse addosso.
Allora Pacomio esclamava: Dio è per noi rifugio e forza, aiuto sempre vicino nelle
angustie, perciò non temiamo se la terra trema. Un’altra volta, mentre se ne stava seduto
a lavorare, uno dei demoni si trasformò in gallo e gli lanciò un grido in pieno volto.
Pacomio chiuse gli occhi e non ne fu affatto scosso. I demoni capirono che non
potevano ingannarlo. Presero allora un oggetto della forma di una foglia d’albero, e una
corda molto lunga e grossa, e facevano finta di essere uomini che compivano un lavoro
molto duro, come se dovessero trasportare altrove un oggetto molto pesante. Nel fare
così emettevano forti grida, per vincerlo nel caso li avesse guardati e si fosse messo a
ridere. Pacomio allora tese le braccia e pregò sospirando finché non scomparvero. Altre
volte ancora, mentre si apprestava a mangiare il suo pane, venivano sotto forma di
donne nude, che si sedevano a mangiare con lui. L’uomo di Dio chiudeva gli occhi e il
cuore finché scomparivano.
Pacomio aveva chiesto al Signore di togliergli il sonno e di non dormire più finché non
avesse vinto gli avversari, secondo ciò che sta scritto: Non tornerò più indietro finché
non siano vinti i miei nemici. Per un certo tempo gli fu concesso quanto domandava. I
demoni furono vergognosamente cacciati da lui e ne ebbero timore.
La visione nell’isola
22. Un giorno si trovava da solo in un’isola, occupato a raccogliere un po’ di canne per
il suo lavoro manuale. Mentre vegliava come d’abitudine, gli apparve un angelo del
Signore e gli disse tre volte: «Pacomio, Pacomio la volontà del Signore è che tu serva il
genere umano e gliene faccia offerta». Quando l’angelo del Signore se ne fu andato, il
nostro padre Pacomio si mise a riflettere: Questa cosa viene dal Signore. Quando ebbe
terminato il raccolto, se ne ritornò a casa.
Inizio della congregazione
23. Per disposizione provvidenziale di Dio, vennero a lui tre uomini, di nome Psentaesi,
Sourous e Psoi, che gli dissero: «Vogliamo farci monaci qui con te». Pacomio allora si
intrattenne con loro per sapere se avrebbero potuto separarsi dai genitori e seguire il
Salvatore e li mise alla prova. Visto che le loro disposizioni erano buone, li rivestì
dell’abito monastico e li accolse con gioia presso di sé. Costoro, entrati nella santa
congregazione, si dedicarono a grandi esercizi di ascesi. Vedevano Pacomio che si
affaticava da solo nei lavori del monastero, nella coltivazione dell’orticello, nella
preparazione dei pasti. Se qualcuno bussava alla porta, era lui ad aprire; se qualcuno si
ammalava, l’assisteva fino alla guarigione dicendo tra sé, riguardo ai suoi compagni:
«Sono neofiti, non hanno ancora raggiunto la maturità sufficiente per servire gli altri».