Page 17 - Vita Copta di Pacomio e Teodoro
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Santo dei Santi, invece, è la vocazione dei Gentili, che, secondo il Vangelo, rappresenta
la pienezza della legge. Tutto ciò che si trova nel tabernacolo interno è pieno di gloria.
Invece di sacrifici ad animali, c’è l’incensiere, invece della tavola, c’è l’arca
dell’alleanza, che racchiude i pani spirituali e il libro della legge con tutto ciò che vi si
trova, invece della lampada c’è il Propiziatorio, dove appare Dio come fuoco che
consuma, cioè Dio Verbo, che si è fatto carne e che è diventato per noi remissione, per
la sua venuta nella carne – il termine Propiziatorio significa infatti luogo della
remissione dei peccati –. Finito di esporre il passo con il relativo commento, aggiunse:
«Penso che Dio mi perdonerà molti peccati, a causa del ricordo di questo giusto, di cui
vi ho appena detto il nome». Tutti i fratelli espressero la loro ammirazione per la grande
sapienza del nostro padre Pacomio, fino a quando ciascuno si ritirò con allegrezza.
Il giovane Teodoro, tornato anch’egli nella sua cella, aveva il cuore ardente come fuoco,
per quanto aveva sentito durante la serata sul nostro padre Pacomio. Subito si alzò,
andato nella cella di quel fratello, gli chiese notizie di apa Pacomio. Il fratello gli
raccontò ogni cosa: come Pacomio accogliesse tutti e li edificasse nelle opere gradite al
Signore. Udite queste parole dalla bocca del fratello, Teodoro si alzò, ritornò in cella e
pregò così: «Signore, Dio di tutti i santi, fa’ che io possa vedere quest’uomo perfetto,
apa Pacomio, tuo servitore». E rimase a lungo a pregare davanti al Signore.
30. Qualche tempo dopo, nostro padre Pacomio mandò verso sud apa Pecos, per un
servizio dei fratelli. Durante il viaggio apa Pecos, per disposizione provvidenziale, andò
a chiedere ospitalità nel monastero in cui si trovava il giovane Teodoro. Subito il
fratello, che aveva ascoltato le parole di Pacomio, ne avvisò Teodoro: «Quel grande
personaggio giunto da noi è del monastero di Pacomio». Teodoro allora pregò apa
Pecos di imbarcarlo con sé e di condurlo a vedere il nostro padre. L’anziano apa Pecos
si informò sui conto di Teodoro presso i fratelli e seppe che apparteneva ad una grande
famiglia della città di Sne. Ebbe timore per questo e disse a Teodoro: «Non posso
imbarcarti con me, a causa della tua famiglia». Teodoro conservò il proposito nel cuore
e, nel momento in cui diressero la barca verso nord, si levò e marciò in direzione
parallela ad essa, così da percorrere un buon tratto di strada in direzione nord. I fratelli,
guardando dalla barca, lo videro e dissero ad apa Pecos: «Ecco il giovane che ti ha
detto: Voglio andare a nord con voi: procede parallelamente a noi da questa mattina».
Subito apa Pecos fece accostare la barca e fece salire Teodoro. Giunti al nord, apa Pecos
presentò Teodoro al nostro padre Pacomio. Teodoro subito lo abbracciò, gli baciò le
mani e i piedi, depose con grande fervore un bacio sulla porta del monastefo, poi voltò
la faccia e disse piangendo: «Sii benedetto, Signore Dio mio, perché hai ascoltato il
grido della mia preghiera ». Vedendolo piangere, Pacomio gli disse: «Non piangere,
figlio mio, perché io sono un servo di tuo padre». In effetti, era Dio che egli intendeva,
dicendo tuo padre.
Più tardi, lo fece entrare in monastero. Teodoro vide che i fratelli si comportavano
rettamente e imitò le loro buone opere e le loro virtù. Si sforzava soprattutto di
conservare tre cose: la purità del cuore, un linguaggio prudente e dotato di grazia, e una
obbedienza con cuore semplice, fino alla morte.
Fanciullezza di Teodoro