Page 20 - Vita Copta di Pacomio e Teodoro
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aveva infatti sentito dire che nessuno di loro rivedeva i parenti. Giunta al nord con un
                  altro figlio, di nome Pafnuzio, fece trasmettere la lettera al nostro padre per mezzo del
                  portiere.  Questi,  letta  la  lettera,  chiamò  Teodoro  e  gli  disse:  «Non  vuoi  uscire  per
                  rivedere  tua  madre  e  tuo  fratello  e  farli  contenti?  Tanto  più  che  ce  lo  ha  scritto  il
                  vescovo nostro padre». Teodoro rispose: «Non accadrà forse che uscendo per rivederla
                  io sia colto in fallo di fronte al Signore, per aver trascurato un suo comando, scritto nel
                  Vangelo? Se non è così, andrò. Ma se l’andare dovesse essere una mia debolezza, Dio
                  non voglia che io riveda mia madre! Se fosse necessario ucciderla, non la risparmierei,
                  così come fecero un giorno i figli di Levi, secondo l’ordine trasmesso da Mosè. Dio non
                  voglia che, per amore dei genitori secondo la carne, io pecchi contro colui che mi ha
                  creato»! Il nostro padre Pacomio gli rispose: «Se desideri osservare i comandamenti del
                  Vangelo, dovrei essere io a farteli trasgredire? Non avverrà mai che sia io a spingerti a
                  questo.  Ma  mi  avevano  detto  che  tua  madre  stava  piangendo  davanti  all’entrata  del
                  monastero, ed ho avuto paura che il tuo cuore, al saperlo, ne fosse tormentato. Quanto a
                  me, il mio unico desiderio è che tu stia saldo in tutti i comandamenti di vita. D’altronde,
                  se il vescovo che ci ha scritto sentirà  che non l’hai ricevuta, non se ne rattristerà: si
                  rallegrerà,  piuttosto,  del  tuo  ideale,  dato  che  i  vescovi  sono  per  noi  dei  padri  che  ci
                  ammaestrano  nelle  scritture.  Dopo  di  ciò  nostro  padre  Pacomio  comandò  che  si
                  prendessero cura di loro, in un locale speciale, secondo il loro rango. Passati tre giorni,
                  fu annunziato alla madre: «Non ti riceverà». Ella si mise a piangere abbondantemente.
                  Vedendola  in  così  grande  afflizione,  i  chierici  della  chiesa  domandarono  ai  fratelli:
                  «Perché piange così, questa vecchierella?». Risposero che piangeva perché suo figlio
                  Teodoro non sarebbe andato da lei, a vederla e a farla contenta. I chierici le fecero allora
                  sapere  che Teodoro sarebbe uscito  la mattina con i  fratelli per andare a  lavorare.  La
                  fecero salire sulla terrazza di una casa, dove aspettò pazientemente, finché il figlio uscì.
                  Così lo poté vedere.

                  38. Il fratello di Teodoro corse verso di lui piangendo e disse: «Anch’io voglio restare
                  con te e farmi monaco». Era più giovane di Teodoro. Benché fosse stanco e in lacrime,
                  Teodoro non si fermò a parlargli né lo trattò da fratello. Quando fu riferito al nostro
                  padre Pacomio il modo  brusco che Teodoro aveva usato nei riguardi del fratello’, lo
                  chiamò  e  gli  disse:  «Teodoro,  non  sai  forse  che  bisogna  essere  condiscendenti  con  i
                  principianti, come con un albero da poco piantato? Infatti viene curato in modo speciale
                  ed innaffiato, finché le sue radici non s’induriscano: ugualmente bisogna comportarsi
                  con i principianti» Ordinò quindi di far entrare Pafnuzio, che si fece monaco. Anch’egli
                  trascorse una vita pia, come tutti i fratelli.

                  Quanto  alla  madre,  se  ne  tornò  al  sud  profondamente  addolorata  e  versando  lacrime
                  molto amare a causa dei figli. Non soltanto Teodoro non le si era presentato, ma anche
                  il figlio minore, Pafnuzio, se ne era andato e si era fatto monaco presso di lui.

                  Fiducia in Dio di Pacomio

                  39.  Una  volta  venne  a  mancare  il  frumento  necessario  al  vitto,  e  i  fratelli  se  ne
                  rattristarono mortalmente. Il nostro padre Pacomio rivolse loro la parola e li confortò
                  dicendo: «Credo che Dio non si dimenticherà di noi. Ad ogni modo, ecco qui due belle
                  stuoie, che qualcuno ha portato venendo dai fratelli. Mandiamole a vendere per il loro
                  giusto  prezzo,  in  attesa  che  il  Signore  ci  mandi  il  necessario».  Rifletteva  sulla
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