Page 23 - Vita Copta di Pacomio e Teodoro
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turbato e si mise ad interrogare la figlia. Ella confessò ciò che aveva fatto e promise di
                  custodirsi  in  avvenire,  per  non  peccare  più  contro  il  Signore.  Allora  il  nostro  padre
                  pregò su di un po’ di olio e glielo mandò. Appena se ne fu unta con fede, fu guarita nel
                  nome del Signore.

                  44. Un altro ancora condusse al nostro padre il figlio posseduto da un demonio rabbioso
                  e gli chiese di pregare per lui. Rientrando al monastero, nostro padre Pacomio disse al
                  portinaio: «Va, prendi uno dei pani dei fratelli e portalo a colui, che ha il figlio malato,
                  gli dirai: Dà da mangiare a tuo figlio di questo pane ed abbi fiducia nel Signore, che lo
                  guarirà». Il padre del giovane malato, prese quel pane e lo baciò tre volte; poi quando
                  suo figlio ebbe fame, ne tagliò un pezzo e lo mescolò a dell’altro pane, che porse al
                  figlio.  Sedutosi  per  mangiare,  il  figlio  prese  l’altro  pane,  ma  non  toccò  quello  dei
                  fratelli. Più tardi, suo padre aprì dei datteri e del formaggio e vi mise dentro dei pezzi di
                  quel pane. Ma il figlio, a sua volta, li aprì, buttò via ciò che vi era dentro e non mangiò
                  che i datteri e il formaggio. Allora il padre lo lasciò senza cibo per due giorni, finché
                  non rimase senza forze. Poi gli cucinò una piccola focaccia con quel pane, e la presentò
                  al figlio, questi si sedette e ne mangiò come se stesse bene. Poi mandò un po’ d’olio al
                  nostro padre Pacomio, che pregò su di esso. Mentre il figlio dormiva, il padre lo unse
                  con quell’olio e così fu guarito, nel nome del Signore Gesù: se ne ritornarono a casa in
                  pace.

                  45. Il Signore, per mezzo di Pacomio, operò ancora molte guarigioni. Se gli capitava di
                  pregare per la guarigione di qualcuno, senza che il Signore esaudisse la sua richiesta,
                  non se ne affliggeva; la sua preghiera era sempre: «Signore sia fatta la tua volontà».

                  46. Un giorno, sedutosi, si rivolse ai fratelli: «Non crediate che le guarigioni del corpo
                  siano guarigioni; le vere guarigioni sono quelle spirituali, che riguardano l’anima. Così,
                  se oggi un uomo accecato dall’idolatria viene guidato sulla via del Signore fino a veder
                  chiaro e a riconoscere colui che l’ha creato, non è questa una guarigione e una salvezza
                  per sempre? Se ad un altro, muto per la menzogna, che non dice la verità, gli vengono
                  aperti  gli  occhi  perché  proceda  nella  giustizia,  non  è  questa  una  guarigione?  E
                  quest’altro, le cui mani sono mutilate per la pigrizia verso i comandamenti di Dio, se gli
                  vengono  aperti  gli  occhi  e  opera  il  bene,  non  è  anche  questa  una  guarigione?  E
                  quest’altro ancora, dissoluto e orgoglioso, se gli si mostra la via e ritorna al bene, non è
                  forse un miracolo?

                  Ascesi di Pacomio

                  47. Un giorno, il nostro padre Pacomio si trovò in un’isola con i fratelli, occupati nella
                  raccolta della canapa, mentre Teodoro preparava loro ciò di cui avevano bisogno. Verso
                  sera, egli rientrò con il corpo tutto indolenzito e si coricò su di una stuoia. Teodoro lo
                  copri  con  una  coperta  di  crini.  Allora  Pacomio  gli  disse:  «Toglimi  questa  coperta  e
                  coprimi con una stuoia, come tutti i fratelli, in attesa che il Signore mi dia sollievo».
                  Teodoro obbedì; poi prese un pugno di datteri e glieli presentò dicendo:  «Forse puoi
                  mangiarne un paio, perché non hai ancora mangiato, padre mio». Pacomio non li prese,
                  e gli rispose con grande tristezza: «Vorrò forse approfitta. re del fatto che ho l’incarico
                  di amministrare il lavoro e i bisogni dei fratelli? Dov’è il timore di Dio! Hai guardato in
                  tutte le capanne dei fratelli, per vedere se ci sono dei malati? Non credere che ciò che
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