Page 27 - Vita Copta di Pacomio e Teodoro
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patrimonio, ma egli desiderava ritirarsi a vivere in disparte. Se ne andò in un luogo
situato in una proprietà dei genitori e si costruì una dimora di nome Theou, riunendo
attorno a sé quanti desideravano vivere in Cristo. Avendo sentito parlare del profumo di
virtù della santa congregazione, mandò a dire al nostro padre Pacomio: «Possa io
meritare che la tua santa Pietà venga a me! Anche noi abitiamo all’ombra della santa
comunità che ti è stata donata da nostro Signore Gesù!». Pacomio si alzò e vi andò con i
fratelli e organizzò internamente il monastero, con i superiori e i secondi, come aveva
fatto con gli altri. Petronio aveva il padre di nome Psenthbo e un fratello di nome
Psnapahi, uomini pieni di timor di Dio. Rivolse loro la parola di Dio e li fece monaci
insieme con tutta la famiglia; e così finirono in bellezza. Poi diede tutto ciò che
possedeva: montoni, capre, buoi, cammelli, asini, carri, barche, alla comunità di nostro
padre Pacomio.
57. In seguito, mosso dalla Provvidenza e dallo Spirito Santo, prese ancora con sé i
fratelli e si recò a nord, nei dintorni della città di Smin, dove costruì un altro monastero,
che si chiama infatti Tsmine; lo organizzò del tutto conformemente alle regole degli
altri. Vi condusse il pio e forte Petronio che stava a Tbeou, e ve lo mise a capo secondo
un’informazione ricevuta dallo spirito di Dio; gli affidò inoltre la cura dei due monasteri
vicini, perché li guidasse con la sua parola; le sue decisioni infatti erano condite di sale.
Poi stabilì a Tbeou un altro padre eccellente, di nome Apollonio, affinché governasse i
fratelli come il santo Petronio.
58. Un po’ di tempo dopo, gli fu chiesto, in una visione, di fondare un altro monastero a
sud. Pacomio prese con sé i fratelli e si recò a sud, alla montagna di Sne, in un luogo
chiamato Pnoum. Iniziata la costruzione del muro di cinta del monastero, il vescovo di
quella diocesi radunò una gran folla, che partì e fece guerra al nostro padre, per
cacciarlo da quel luogo. L’uomo di Dio resistette al pericolo: il Signore li disperse
davanti a lui, ed essi fuggirono senza che nessuno li inseguisse. Poi costruì il monastero,
che fu molto grande, e lo organizzò secondo le regole degli altri otto monasteri della
congregazione. Vi mise a capo un ottimo padre chiamato apa Sourous, sapendolo
capace di consolidarli nei comandamenti del Signore.
Quanto al nostro padre Pacomio, si recava spesso dai fratelli, di monastero in
monastero, infiammandoli tutti e nutrendoli della parola di Dio, come una nutrice che
riscalda i suoi piccoli per l’affetto del suo cuore.
Austerità di Pacomio
59. Una volta, al tempo in cui facevano i loro piccoli pani, Pacomio prese con sé due
fratelli e salì su una barca, diretto a Tmousons, a visitare i fratelli. Venuta la sera, si
prepararono a prendere il loro modesto pasto. I due fratelli, sedutisi, mangiarono un po’
di tutto ciò che avevano dinanzi: formaggio, olive, legumi; nostro padre Pacomio teneva
gli occhi bassi e piangeva, non mangiando altro che pane. Finito il pasto, uno di essi
notò che il padre piangeva e gli disse: «Padre mio, perché mentre noi mangiavamo, non
hai preso altro che pane e piangi?». Pacomio rispose: «Se ho pianto è perché non avete
alcun timor di Dio, a giudicare dal modo in cui avete mangiato senza ritegno di tutto ciò
che avevate davanti. L’uomo che pensa alle cose del cielo, deve mortificarsi in tutto
secondo la parola dell’Apostolo Paolo. Quanto a me, quando ho visto che i pani erano