Page 32 - Vita Copta di Pacomio e Teodoro
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a renderlo debole di fronte al nemico? Di più, se non si riprende il nemico lo vincerà
                  anche su un altro punto. Nel servizio di Dio, infatti, non è che ci sia un solo grado: ci
                  sono anche comandanti ricchi di spirito, centurioni, cinquantenari, chiliarchi, e c’è un re
                  perfettissimo, come Abramo il nostro padre, a cui fu detto: Tu sei un re da parte di Dio
                  e non un re qualunque, ma un re con cui sta seduto in trono il re dei re». Tutto ciò, il
                  nostro padre lo disse nella capanna sulla riva, vicino al luogo dove era ormeggiata la
                  barca, per inculcare ai fratelli il timore per la salvezza dell’anima.

                  68.  L’indomani  di  buon  mattino,  prese  con  sé  i  fratelli  per  andare  a  raccogliere  la
                  canapa;  infatti  non  ne  avevano  ancora  abbastanza.  Un  vecchio  seniore,  capocasa,  di
                  nome apa Mauo, in quel giorno non andò con i fratelli, ma si coricò nella capanna, come
                  se fosse stato malato. Non era malato, ma solo molto indignato, a causa del consiglio di
                  prudenza,  che  aveva  sentito  la  sera  precedente  dalla  bocca  di  nostro  padre  Pacomio.
                  Diceva tra sé; «Che significano tutti i lunghi discorsi che quel vecchio ci ha tenuto ieri
                  sera?  Siamo  forse  tali  da  cadere  da  un  momento  all’altro?».  Mentre  era  immerso  in
                  queste considerazioni, la bontà divina volle rendergli la calma.  In quel  momento,  un
                  vescovo mandò al nostro padre Pacomio una lettera e un monaco anziano, vestito con
                  un  abito  di  lana  ed  accompagnato  da  un  altro  fratello.  Il  vescovo  scriveva  in  questi
                  termini: «Ti mando questo anziano: era un uomo che si dedicava a grandi esercizi di
                  ascesi,  ma  lo  abbiamo  sorpreso  in  atto  di  rubare.  Te  lo  mandiamo  affinché  tu  lo
                  giudichi,  per  il  fatto  che  è  un  monaco».  Giunti  al  luogo  dove  stavano  la  barca  e  le
                  capanne,  cercarono  nostro  padre  Pacomio  e  seppero  che  era  uscito  con  i  fratelli  alla
                  raccolta  della  canapa.  L’anziano  Mauo  li  abbracciò  dicendo;  «Sedetevi  ed  aspettate
                  nostro padre, che arriverà tra poco». E a Teodoro, che preparava da mangiare ai fratelli:
                  «Affrèttati a preparare il pasto e a ristorare questi fratelli arrivati da noi, in attesa del
                  ritorno  del  nostro  padre:  dall’aspetto,  questo  grande  personaggio  è  un  uomo  molto
                  pio!».  Verso  sera,  Pacomio,  carico  di  canapa,  ritornò  con  i  fratelli.  Quando  ebbe
                  abbracciato gli ospiti, gli fu data la lettera del vescovo. Quando l’uomo di Dio l’ebbe
                  letta, per il discernimento che aveva dello spirito di Dio, rimproverò l’anziano della sua
                  colpa.  Questo  si  prostrò  davanti  al  nostro  padre  Pacomio,  pianse  e  confessò  il  suo
                  peccato  con  grande  umiltà.  Questi  gli  disse:  «Sì,  noi  cadiamo  tutti  molto  spesso
                  Preghiamo perciò Dio misericordioso e guardiamoci per l’avvenire. Egli ci guarirà». Fu
                  così  che  lo  congedò  con  il  suo  compagno,  e  l’anziano  fu  molto  lieto  della  leggera
                  penitenza  inflittagli.  Mauo,  udite  le  decisioni  su  quel  monaco,  fu  molto  stupito  e
                  glorifico Dio per i consigli di prudenza uditi la sera prima da nostro padre. Pacomio
                  allora  gli  disse:  «Poiché  tu  sei  solidamente  stabilito  sulla  roccia  incrollabile,  Mauo,
                  pensi che tutti troveranno questa stessa strada? Preghiamo il Signore misericordioso e
                  pieno di pietà, affinché ci salvi da colui che fa tremare i re e riduce il mondo ad un
                  deserto». L’anziano Mauo rispose: «Perdonami, uomo di Dio, perché nell’ignoranza del
                  mio cuore ho osato insultare lo spirito che è in te».

                  69. Quel giorno, una domenica, il nostro padre Pacomio chiamò Teodoro e gli disse:
                  «Quando i fratelli usci ranno dal pasto della sera, tu affiderai il tuo servizio ad un altro e
                  ti recherai dove ci riuniamo per la catechesi». Teodoro fece così. Raggiunto il nostro
                  padre  che  in  piedi  rivolgeva  la  parola  di  Dio  ai  fratelli,  questi  lo  prese  per  mano  in
                  mezzo  ai  fratelli  e  gli  disse:  «Mettiti  qui,  e  rivolgici  la  santa  parola  di  Dio».
                  Controvoglia  Teodoro  cominciò  a  parlare,  davanti  a  tutti  i  fratelli  in  piedi.  Il  nostro
                  padre  Pacomio,  ugualmente  in  piedi,  ascoltava  anch’egli  volentieri  la  parola  di  Dio,
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