Page 33 - Vita Copta di Pacomio e Teodoro
P. 33
come gli altri. Alcuni si indignarono per orgoglio e tornarono nelle loro dimore senza
ascoltare la parola di Dio, dicendo: «È troppo giovane, mentre noi siamo vecchi. Ma è a
lui che ha dato l’ordine di parlare». Teodoro aveva infatti trent’anni, quando il nostro
padre lo mise a fare la catechesi, sapendo che era superiore agli altri per i progressi fatti.
Accortosi che alcuni se ne erano andati per non ascoltare la parola di Dio dalla bocca di
Teodoro, Pacomio si sedette e si rivolse agli altri così: «Che cosa significa questo vostro
pensiero: «Ha designato un ragazzo a tenerci la catechesi? Che grande e vana
sciocchezza! Le parole che pronuncia non sono forse quelle del Signore dell’universo?
Osserviamo infatti che nostro Signore dice a proposito di un fanciullo: Chiunque
accoglierà un fanciullo come questo nel mio nome, accoglierà me. D’altra parte, non
c’ero anch’io, in mezzo a voi, come uno di voi? Sì, ve lo dico, non fingevo, ma
ascoltavo con tutto il cuore, simile a colui che ha sete di acqua pura, nei giorni d’estate.
La parola di Dio è veramente degna dell’intero assenso come sta scritto: Infelici quelli
che tornano indietro, che si sono resi estranei alla misericordia di Dio e alla sua bontà.
Ve lo giuro, se non si convertono dal loro orgoglio, sarà difficile per loro vivere, perché
il Signore è vicino agli afflitti di cuore e vivificherà gli umili di spirito. Detto ciò,
alzatosi, pregò e congedò i fratelli. Tornò ognuno alla propria dimora. Quando poi ebbe
termine la raccolta della canapa, anch’egli raggiunse il monastero.
Promozioni di Teodoro e Pafnuzio
70. Dopo aver constatato che Teodoro era valente nello spirito del Signore, Pacomio lo
fece economo di Tabennesi, affinché dirigesse altri monasteri. Egli stesso, nostro padre,
si stabilì a Pbow, dove si trovava l’amministrazione degli altri otto. Quando fu
promosso a Tabennesi, Teodoro si comportò come se non lo fosse stato, perché non
aveva nessuna ambizione sulla terra. La parola di Dio, infatti, lo aveva fuso e
solidificato perché pensasse solo alle cose del cielo la sua unica preoccupazione sulla
terra era di amare Dio con tutto il cuore, secondo il precetto del Signore. Progrediva
molto nell’aiuto ai fratelli, e aveva parole piene di grazia, sotto tutti gli aspetti.
71. Il fratello di Teodoro, Pafnuzio, nostro padre lo prese con sé a Pbow. Era Pafnuzio a
raccogliere i frutti del lavoro manuale degli altri monasteri, di cui aveva la completa
amministrazione. I fratelli andavano a Pbow due volte all’anno per celebrare in comune
la Pasqua nella parola di Dio; in seguito nella stagione del raccolto, venivano, il venti di
mesoré, per rendere conto al grande economo. Se qualcuno doveva ricevere istruzioni
dal nostro padre Pacomio, questi gliele dava. Ognuno tornava poi tranquillamente alla
sua dimora.
Un furto a Tabennesi
72. Pacomio si recò un giorno a Tabennesi, a far visita ai fratelli, anche a causa di una
piccola trasgressione commessa da uno di loro. Giunto al monastero, si affrettò per
prima cosa ad intrecciare una stuoia, secondo la sua consuetudine. Mentre lavorava,
entrò un fratello giovane, che quella settimana era di servizio alla comunità. Alla vista
del nostro padre che lavorava la stuoia, disse: «Attualmente, non è più questo il modo di
lavorare, perché il nostro padre Teodoro ci ha ordinato di non tirare troppo i fili. Così le
stuoie rimangono morbide e belle». Subito Pacomio si alzò e rispose: «Vieni, fratello,
siediti e fammelo vedere». Quando il giovane l’ebbe istruito, il nostro padre Pacomio si