Page 37 - Vita Copta di Pacomio e Teodoro
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con  cura  e  vide  che  diciotto  uomini  erano  colpevoli.  Molto  imbarazzato,  tornò  dal
                  nostro  padre  Pacomio  e  gli  fece  un  cenno  con  la  mano  dicendo:  «Da  dove?  Fino  a
                  dove?».  Quando  Pacomio  gli  vide  fare  il  cenno,  si  ricordò  della  parola  che  l’angelo
                  aveva detto, e gli rise in faccia, di un riso pieno di collera. Teodoro vedendolo ridere in
                  tal modo, fu molto più triste. Alcuni dei presenti lo interrogarono. «Perché piangi? Che
                  cosa  ti  ha  detto?».  Nostro  padre  Pacomio  disse  loro:  «Lasciatelo  che  pianga  sulla
                  negligenza che ha commesso davanti a Dio».

                  Teodoro affidò allora la direzione del forno ad un altro fratello e si ritirò in un locale
                  della  comunità,  secondo  la  volontà  del  nostro  padre  Pacomio.  Digiunava  ogni  due
                  giorni, pregava giorno e notte sospirando e piangendo su ciò che i fratelli avevano fatto.
                  Dopo il terzo sabato da quando era in questa grande ascesi, Pacomio gli disse: «Basta, è
                  sufficiente;  ma  fai  attenzione  a  non  essere  più  negligente  e  che  i  fratelli  non
                  trasgrediscano  più  il  regolamento,  perché  tu  non  ne  sia  colpevole  di  fronte  a  nostro
                  Signore Gesù Cristo».

                  Teodoro assistente a Pbow

                  78. Il nostro padre Pacomio, vedendo che Teodoro progrediva nell’opera del Signore, lo
                  tolse da Tabennesi, e al suo posto mise un altro, di nome apa Sourous junior. Condusse
                  Teodoro a Pbow, lo prese con sé perché lo assistesse, come Gesù Nave presso Mosè. Lo
                  mandava molto spesso nei monasteri a visitare i fratelli e a incoraggiarli con la parola di
                  Dio. Difatti era lui che, in ogni monastero, accettava quelli che venivano a farsi monaci;
                  ed era sempre lui che mandava via quelli che era necessario cacciare, per ordine di Dio
                  e del nostro padre Pacomio.

                  79.  Un  altro  giorno,  Teodoro  si  trovava  a  lavorare  con  i  fratelli  in  un  certo  posto;
                  terminato  il  lavoro,  fece  preparare  il  pasto  della  sera.  Mentre  mangiavano,  Teodoro
                  stava in piedi a servirli e notò uno che mangiava molti porri. Era un giovane vigoroso,
                  giunto  tra  i  fratelli  da  non  molto  tempo.  Quando  finì  di  servire  il  pasto  ai  fratelli,
                  Teodoro si ritirò in disparte, appoggiandosi al muro; digiunava infatti ogni due giorni, e
                  fuori  faceva  un  gran  caldo.  Rivolse  poi  la  parola  ai  fratelli,  a  proposito  di  colui  che
                  aveva mangiato molti porri, e che era lì presente ad ascoltare: «Non conviene che un
                  monaco mangi molti porri: danno vigore al corpo, e suscitano guerra all’anima». Mentre
                  parlava,  giunse  da  loro  il  nostro  padre  Pacomio,  che  voleva  vedere  il  luogo  in  cui
                  Teodoro lavorava con i fratelli. Vedutolo appoggiato al muro, gli disse con tristezza:
                  «Dovrà  forse  il  muro  sostenere  il  tuo  corpo?».  Subito  Teodoro  si  raddrizzò  e  chiese
                  umilmente perdono al nostro padre; infatti si umiliava in tutto, senza posa, per diventare
                  perfetto nella legge del Signore.

                  Teodoro  era  molto  addolorato  a  proposito  del  fratello  cui  aveva  rimproverato  di
                  mangiare porri. Forse non era volontà di Dio che egli usasse quel tono. Diceva tra sé:
                  «Perché  non  ho  atteso  che  il  Signore  lo  stimolasse  nella  sua  libera  scelta  e  che
                  imparasse a sottomettere il corpo, nella virtù di coloro che conducono una buona vita?».
                  Quel fratello, che aveva ascoltato le parole di Teodoro, non cercò più di mangiare porri
                  fino al giorno della sua morte. Neppure Teodoro, dopo aver constatato ciò, ne mangiò
                  più fino alla morte, temendo di essere condannato da Dio per non essersi astenuto da
                  una cosa di cui aveva rimproverato un altro.
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