Page 36 - Vita Copta di Pacomio e Teodoro
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«Perdonami,  padre  mio,  sono  stato  io  a  commettere  il  furto».  Teodoro  rispose:  «Il
                  Signore ti ha perdonato la colpa che hai commesso, perché hai discolpato davanti a me
                  l’innocente». Poi, chiamò il fratello che era stato accusato ingiustamente e gli disse: «So
                  che non sei  tu  l’autore di  questa mancanza, ma, anche se i  fratelli ti hanno accusato
                  ingiustamente, non devi inorgoglirti per la tua innocenza. Senza dubbio sei debitore a
                  Dio di tante altre colpe commesse, perciò sii riconoscente verso di lui, ed abbine timore
                  per  sempre».  Su  questo  parlò  anche  ai  fratelli:  «Non  mi  avete  dato  il  potere  di
                  giudicare? Dio vuole che costui sia assolto; tutti del resto, abbiamo bisogno della sua
                  misericordia».

                  76. Nella comunità di Tabennesi, viveva un fratello soggetto ad una tentazione da parte
                  del demonio. Teodoro lo caricò su di un asino e lo condusse a Pbow, affinché il nostro
                  padre Pacomio pregasse per lui. Egli, che in piedi, rivolgeva ai fratelli la parola di Dio
                  per  la  salvezza  delle  loro  anime,  lo  vide  da  lontano.  Lasciò  subito  i  fratelli  e  uscì
                  incontro a Teodoro. Alcuni si offesero e dissero: «Noi siamo i più anziani ed ecco che,
                  appena  ha  visto  Teodoro,  benché  più  giovane,  ci  ha  lasciati  per  andargli  incontro».
                  Quelli che si offesero erano gli stessi il cui cuore si era già turbato, quando il nostro
                  padre  aveva  posto  Teodoro  a  fare  la  catechesi.  Dopo  aver  abbracciato  Teodoro,
                  Pacomio  gli  disse:  «Prima  che  tu  arrivassi,  oggi  il  Signore  mi  ha  parlato  di  te.  Va’,
                  affida ad un altro il fratello malato che hai condotto, e raggiungimi subito nella sinassi».
                  Nostro padre Pacomio pregò per i fratelli e li congedò. Ognuno tornò al suo posto.

                  Quando Teodoro tornò da nostro padre, questi lo condusse con sé ed entrò nella sinassi.
                  Stando in piedi, pregarono dalla seconda ora fino alla nona. Mentre pregavano, ecco
                  apparve su di loro un grande trono, alto come una torre, sul quale era seduto il Signore,
                  nella forma voluta per mostrarsi ad essi. Talvolta il trono saliva tanto che cessavano di
                  vederlo, talvolta scendeva su di loro, fino al punto che quasi avrebbero potuto toccano
                  con le mani. Il trono continuò questa manovra per circa tre ore. Quando scendeva, il
                  nostro padre Pacomio prendeva Teodoro,  come  se lo  portasse sulle sue  braccia, e lo
                  offriva  a  Colui  che  stava  seduto  sui  trono,  dicendo:  «Signore,  accetta  da  me  questo
                  dono». Continuò così per molte volte, ripetendo le stesse parole, finché venne a lui una
                  voce: «La tua preghiera è stata esaudita, sii forte e coraggioso». Poi mandò Teodoro, a
                  prendere  il  fratello  malato.  Insieme  pregarono  per  lui  e  il  Signore  lo  guarì.  Allora
                  Teodoro condusse via il fratello, che tornò al sud, a Tabennesi, come se fosse sempre
                  stato bene.

                  77. Un giorno, il nostro padre si trovò a Tabennesi con i fratelli per fare i piccoli pani,
                  dei quali avevano bisogno per un anno a Pbow, dove non c’erano ancora fornai. Aveva
                  dato questo regolamento: «Nessuno parli nel forno, ma tutti recitino insieme la parola di
                  Dio. Se quelli  che impastano hanno bisogno di  qualcosa, bussino sulla madia con la
                  mano».  Quella  volta,  mentre  impastavano,  uno  dei  fratelli  si  rivolse  ad  altri  che
                  servivano  e  disse:  «Datemi  un  po’  d’acqua».  Pacomio  stava  più  lontano;  subito  un
                  angelo  del  Signore  gli  fece  un  cenno,  mentre  i  fratelli  parlavano  ancora  tra  loro:
                  «Guarda come si comportano quelli; hanno trasgredito l’ordine che hai dato. Ebbene, se
                  Teodoro viene a te e ti fa un cenno con la mano, potrai perdonarlo?». Egli rispose di no.
                  Al mattino, nostro padre Pacomio chiamò Teodoro (era lui il padre del monastero di
                  Tabennesi  e  aveva  la  responsabilità  del  forno  e  dei  fornai)  e  gli  disse:  «Va’  ad
                  informarti su chi ha trasgredito ieri sera la regola del forno». Teodoro esaminò la cosa
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