Page 7 - Vita Copta di Pacomio e Teodoro
P. 7

visto, rispose con modestia: «Mi sono esaminato su ogni punto nei giorni scorsi, prima
                  di venire dalla tua carità». Subito Palamone discese, gli aprì la porta, lo baciò con un
                  bacio puro e gli disse: «Non pensare, figlio mio, che quanto ti ho detto a proposito delle
                  preghiere, del lavoro o delle veglie, te l’abbia detto per vanagloria umana; non pensare
                  neppure che lo imponga agli uomini. No, noi ti insegniamo soltanto a lavorare per la tua
                  salvezza, perché tu non abbia alcun pretesto, perché sta scritto per noi: Ogni cosa pura è
                  luminosa, e anche: È con il farti violenza che tu entri nel regno dei cieli. Ora spero che
                  ritornerai alla tua casa per esaminare te stesso, perché non è poca cosa quello che tu
                  domandi».

                  Pacomio gli rispose: «Ho già messo alla prova la mia anima in ogni cosa, ed ho fiducia
                  che, con l’aiuto di Dio e delle tue sante preghiere, tu sarai tranquillo a mio riguardo».
                  L’anziano  gli  rispose:  «Fai  bene»;  e  subito  lo  accolse  con  gioia,  e  lo  tenne  con  sé
                  qualche  giorno,  per  provarlo,  nella  preghiera,  nelle  veglie  e  nei  digiuni.  Quando
                  mangiavano il loro pane, l’anziano lo lasciava mangiare da parte, tutto solo.

                  Quando l’anziano lo ebbe messo alla prova per tre mesi ed ebbe visto il suo coraggio e
                  la sua risoluzione, prese degli abiti da monaco con la cintura, li pose davanti all’altare e
                  restò insieme con lui tutta la notte, a pregare; poi, all’ora della luce, lo rivestì. Fecero
                  insieme la preghiera del mattino con gioia, poi abitarono insieme, come un solo uomo,
                  dandosi ad esercizi di devozione, penosi e sfibranti.

                  Quando  Pacomio  fu  monaco,  Palamone  lo  provò  dalla  sera  alla  mattina  in  veglie,
                  digiuni, preghiere, recitazioni e svariati lavori manuali, per giudicare le sue necessità in
                  fatto  di  sonno  e  vedere  se  avrebbe  potuto  resistere  senza  star  male.  Giunta  la  sera,
                  mangiarono un piccolo pane e l’anziano disse al giovane: «Bagniamo le canne, i fili e le
                  fibre, che ci bastino per tutta la notte, perché è di regola, la notte del sabato, vegliare
                  dalla  sera  alla  mattina».  Pacomio  fece  con  grande  obbedienza  ciò  che  Palamone  gli
                  aveva  ordinato.  Poco  dopo  il  tramonto,  stando  in  piedi,  pregarono  e  vegliarono
                  benedicendo  Dio  ed  eseguendo  il  loro  lavoro  manuale  senza  interruzione.  Se  la
                  sonnolenza li sorprendeva mentre lavoravano, passavano subito ad un altro lavoro, per
                  svincolarsi  così  dalla  pesantezza  del  sonno.  In  seguito,  se  il  sonno  continuava  ad
                  opprimerli,  andavano  verso  la  montagna,  fuori  della  loro  dimora  e,  trasportando  in
                  panieri  la  sabbia  da  un  posto  all’altro,  affaticavano  il  corpo  per  poter  vegliare  in
                  preghiera.  L’anziano,  se  vedeva  il  giovane  cadere  dal  sonno,  lo  incoraggiava:  «Sii
                  vigilante, Pacomio, affinché Satana non ti tenti. Molti si sono addormentati nella loro
                  afflizione a causa della pesantezza del sonno». Ma, constatato che Pacomio resisteva
                  fino all’ora della sinassi, si rallegrò molto della sua obbedienza e dei suoi progressi in
                  vista della salvezza.

                  11. Il giorno della conclusione della santa Pasqua avvenne che l’anziano apa Palamone
                  gli  disse:  «Pacomio,  figlio  mio,  oggi  è  un  gran  giorno;  alzati,  preparaci  il  pasto  e
                  mangiamo un poco a mezzogiorno; a sera mangeremo ancora un po’». Subito Pacomio
                  si levò e preparò il pasto; dopo avere pregato, si sedettero a mangiare. Guardando il
                  sale, l’anziano vide un po’ d’olio che Pacomio vi aveva aggiunto; si percosse il viso e
                  disse: «Il mio Signore fu crocefisso per me e io dovrei mangiare ciò che dà vigore alla
                  carne!  Mangiamo  invece  verdura  senza  olio  e  aceto,  mettiamo  cenere  nel  sale;  non
                  allontaniamoci  dalla  legge  dei  nostri  padri  e  non  mangiamo  ciò  che  dà  vigore  alla
   2   3   4   5   6   7   8   9   10   11   12