Page 58 - Vita Copta di Pacomio e Teodoro
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mandarlo via ora, gli altri due se ne affliggerebbero e se ne andrebbero; le anime
subirebbero un danno, in seguito al nostro modo di agire, e il Signore ci biasimerebbe.
Che bisogno c’è di accogliere presso di noi questi uomini cattivi, che non hanno deciso
nel cuore di far penitenza davanti a Dio? Quest’anno ne abbiamo dovuto mandar via un
centinaio circa». – A quel tempo i fratelli di tutte le comunità della congregazione erano
circa 360 –. Il fratello rispose: «Se tu non avessi mandato via i fratelli di cui hai parlato,
il nostro numero si sarebbe accresciuto e la congregazione si sarebbe sviluppata
ampiamente e tranquillamente. Allora il nostro padre Pacomio disse: «No, se io li avessi
lasciati stare, il numero dei fratelli sarebbe invece diminuito. Quando, infatti, gli uomini
cattivi aumentano, la collera di Dio scende anche sugli altri, i buoni, e cadono tutti sotto
la maledizione, secondo quanto sta scritto: Il peccato faceva sì che la tribù diminuisse in
seguito alla maledizione del Signore; al contrario, quando i cattivi venivano allontanati
dal popolo di Dio, la benedizione del Signore scendeva su tutto il popolo, che
aumentava e fruttificava per Dio».
Quel fratello continuò: «Vorrei che tu mi spiegassi perché hai detto: quest’uomo è
zizzania. Forse che, come si dice, la natura di questi uomini è malvagia fin dalla
nascita? Se tale è la natura in cui è creato, che colpa ne ha lui?» Pacomio rispose: «Ogni
uomo che Dio ha creato, da Adamo, ha la facoltà di scegliere tra il bene e il male. Se
mai qualcuno ha una natura cattiva fin dall’infanzia, senza dubbio l’ha ricevuta dalla
cattiva natura dei suoi genitori. Anche in questo caso, però, il Signore è irreprensibile:
quest’uomo ha la facoltà di vincere la passione che lo sconvolge. Se una quantità di
donne hanno dominato la propria natura dedicandosi fino alla morte all’ascesi nella
verginità, pur non avendo natura virile, quanto più l’uomo, che Dio ha creato a sua
immagine e somiglianza dandogli natura virile potrà, con un atto di volontà, dominare la
passione ed eliminarla! Anche se, a giudizio comune, questa passione lo urge. Infatti la
Scrittura ci insegna che l’uomo creato da Dio è retto, ma di sua spontanea volontà si è
volto a pensieri cattivi ed ha suscitato la collera di Dio che l’ha creato; di sua propria
volontà, ha fatto inclinare il cuore a pensieri cattivi e impuri, a desideri abominevoli, a
discorsi vergognosi, a schemi, come dice Salomone: Ho visto che l’uomo era retto, ma
ha cercato nel suo cuore ragionamenti cattivi davanti al Signore Anche se uno è cattivo
prodotto dei genitori, gli è possibile cambiare, qualunque sia la sua natura, con la buona
volontà ed il giudizio. Il profeta Ezechiele ci conferma questa sentenza quando dice: Se
un uomo iniquo e sanguinario genera un figlio, e questi vede l’iniquità del padre, ma ha
timore e cambia strada, e si mette a praticare l’onestà davanti al Signore degli eserciti,
certamente vivrà e non morirà per i peccati commessi. D’altra parte, chi non ha ricevuto
un simile temperamento e quindi non ha alcuna passione, se vuole assecondare la sua
natura, creata da Dio come virile, non commetterà iniquità abominevoli. Se egli
cammina nel timore di Dio e nell’onestà, vivrà nella purezza del matrimonio, senza
abbandonarsi né alla prostituzione né all’adulterio, e si contenterà soltanto di sua
moglie. Se poi ambisce alla perfezione, secondo la parola del santo apostolo Paolo, che
dice: Ambite ai carismi migliori. E vivrà anch’egli in purità angelica e lo Spirito Santo
abiterà in lui e lo santificherà; si farà monaco e servirà il Signore in ogni purità e
rettitudine».
Quando nostro padre Pacomio ebbe finito di parlare, il fratello disse: «Reverendo Padre,
ecco, mi hai soddisfatto, mediante le Scritture, sulla questione che ti avevo posta. Vorrei
che tu mi dicessi ancora per quale motivo, dei tanti che vengono a noi con l’intenzione