Page 51 - Vita Copta di Pacomio e Teodoro
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così sulle orme di Pacomio, fino al giorno della sua morte. Quando il nostro padre lo
                  mandava a visitare i fratelli, Teodoro, seduto, rivolgeva loro la parola di Dio.

                  Austerità di Pacomio e dei fratelli

                  98. Quando i fratelli vedevano Pacomio sedersi a terra o in una posizione scomoda, gli
                  portavano qualcosa perché vi si sedesse sopra. Ma egli rifiutava e diceva: «Finché il mio
                  corpo è sano non lo farò: temo di essere ridotto a servire nel secolo futuro, al cospetto di
                  tutti, per aver cercato i comodi del corpo. È scritto infatti nel santo Vangelo: Chi fra voi
                  vuole diventare grande, si faccia servitore di tutti; e ancora: Il Figlio dell’uomo non è
                  venuto per essere servito, ma per servire e dare la sua anima per la salvezza di molti.
                  Ciò che conta dunque è farsi servitori gli uni degli altri, e non essere serviti».

                  A proposito di scorpioni, serpenti e delle altre fiere, aveva dato istruzione ai fratelli di
                  non avere paura, nel calpestarli, e diceva: «So tutto ciò che ho fatto, prima che me ne
                  fosse rivelata la scienza». Se uno scorpione lo pungeva durante il lavoro, e gli faceva
                  male,  non  smetteva  di  lavorare  e  considerava  questo  dolore  come  uno  di  quelli  che
                  sopportava per Cristo. Se veniva punto verso sera, rimaneva in piedi e pregava sino alla
                  guarigione, dicendo: «Non c’è rimedio efficace come il nome del Signore».

                  Un giorno che stava in piedi durante la sinassi del mattino e rivolgeva la Parola di Dio,
                  guardò  verso  il  portico  e  scorse  uno  spirito  delle  tenebre  che  vi  si  nascondeva.  Ora,
                  sopra la sua testa, c’era un’apertura, chiusa da una stuoia, sulla quale si trovavano due
                  mattoni. Quando uno dei fratelli tirò la corda attaccata alla stuoia, per aprire lo spiraglio
                  e  rischiarare  la  sinassi,  i  mattoni  caddero  sulla  testa  del  nostro  padre.  Tutti  si
                  spaventarono e si misero a gridare, credendo che si fosse rotto la testa. Ma l’uomo di
                  Dio, che aveva capito che stava per succedergli qualcosa, si mise le mani sulla testa e
                  sopportò il colpo con gratitudine, facendo cenno ai fratelli di far silenzio. Poco dopo gli
                  chiesero: «Ti si è rotta la testa?». Egli rispose: «Prima del colpo la testa mi faceva male,
                  ma  ora  non  sento  più  nulla».  Aveva  risposto  così  ricordandosi  della  parola
                  dell’Apostolo: In ogni cosa, rendete grazie; sapeva che nulla poteva capitargli senza il
                  permesso di Dio.

                  Durante la mietitura con i fratelli, la sera rivolse loro la parola di Dio. Mentre parlava,
                  due serpenti vennero ad avvolgerglisi  intorno ai  piedi. Egli non li guardò  neppure, e
                  neppure spostò i piedi da dove si trovavano. Finito di parlare, pregarono e ognuno tornò
                  poi alla sua casa. Egli chiese che gli si portasse una lampada e, alla luce di essa, vide i
                  serpenti  avvolti  intorno  ai  suoi  piedi;  li  uccise  subito  e  rese  gloria  a  Dio  che  salva
                  coloro che sperano in lui.

                  99.  Un  certo  Paolo,  grande  asceta,  durante  la  notte,  stando  in  piedi,  faceva  le  sue
                  recitazioni. Uno scorpione gli punse un piede. Egli non smise di pregare, dalla sera alla
                  mattina,  tanto  che  stava  per  morire  in  seguito  all’azione  del  veleno,  che  era  quasi
                  arrivato fino al cuore. Gridava davanti al Signore: «Non smetterò di pregarti, finché non
                  mi  avrai  guarito  dal  cattivo  veleno  di  questa  bestia.  Se  anche  mi  si  infliggessero  i
                  tormenti delle persecuzioni, non ti rinnegherei mai». Così pazientò. Quando giunse il
                  mattino, i fratelli si riunirono per vedere ai suoi piedi lo scorpione, che l’aveva punto,
                  morto; e ne furono ammirati. Paolo aveva raccomandato ad alcuni fratelli di cui era il
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