Page 46 - Vita Copta di Pacomio e Teodoro
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tutti i doni dello Spirito Santo, con l’aiuto che Dio gli ha sempre dato, in tutte le buone
                  opere. Quanto a te, Teodoro, cerca di imitarlo; sii sempre riconoscente verso il Signore
                  osservando i suoi comandamenti con tutto il cuore e non soccomberai più per nulla».
                  Teodoro,  ascoltando  le  parole  e  le  parabole  del  nostro  padre  Pacomio,  ammirava  la
                  grande  scienza  che  era  in  lui.  Grazie  alla  sua  perseveranza  e  alla  sua  intelligenza,
                  imparò  la  lingua  egiziana.  Quando  Pacomio  rivolgeva  ai  fratelli  la  parola  di  Dio,
                  Teodoro se ne stava tutto sveglio e assetato di ciò che ascoltava dalla sua bocca; tornato
                  poi alla sua dimora, ripeteva in greco, a quelli cui faceva da interprete, ciò che aveva
                  udito, riscaldandoli come una nutrice riscalda i suoi piccoli . Li istruiva così con le vive
                  parole del nostro padre e raccomandava loro di metterle in pratica e di custodirle bene
                  nel cuore.

                  Ecco quali furono, nella sua casa, le primizie dei frutti: fra gli alessandrini, Aussonio il
                  grande, un altro Aussonio, e un terzo di nome Neone. Fra i romani, Fermo e Romolo;
                  l’armeno Domnio. Teodoro, il cittadino, esercitò le funzioni di capo-casa per tre anni,
                  fino  alla  morte  del  nostro  padre  Pacomio.  Traduceva  tutti  gli  insegnamenti  ascoltati
                  dalla bocca di nostro padre; fece così anche al tempo di Orsiesi fino al giorno in cui Dio
                  lo visitò.

                  Discernimento di Pacomio

                  92.  A  Pbow,  vivevano  dieci  fratelli  anziani,  grandi  asceti  e  puri  di  corpo,  ma  che
                  mormoravano spesso contro nostro padre Pacomio a causa delle parole, che rivolgeva
                  loro a correzione e salvezza delle loro anime. L’uomo di Dio, Pacomio, faceva per loro
                  veglie, suppliche e digiuni, davanti al Signore, finché si pentirono e si corressero di tutti
                  i difetti. Morirono poi tutti nella pace del Signore. Amen.

                  93.  Un  altro  giorno,  uno  dei  fratelli  morì.  Il  nostro  padre  non  permise  ai  fratelli  di
                  cantare per lui né di benedirlo; fece invece bruciare le sue vesti e il suo abito in mezzo
                  ai fratelli riuniti, inculcando loro il timore, così da non disprezzare mai la propria anima.
                  Non  sappiamo  come  mai  l’avesse  sopportato  in  un  simile  stato  di  peccato  fino  alla
                  morte: ciò che sappiamo è che gli uomini di Dio non fanno mai nulla di dannoso e che,
                  sia la loro severità che la loro bontà, si basano su una scienza perfetta e gradita a nostro
                  Signore Gesù.

                  La penitenza di Teodoro il grande

                  94.  Avvenne  poi  che  il  nostro  padre  Pacomio  si  ammalò  a  tal  punto  da  trovarsi  in
                  pericolo di morte. Allora i padri delle comunità e i fratelli, che si trovavano a Pbow, si
                  riunirono intorno a Teodoro e gli dissero: «Se il Signore viene a visitare nostro padre,
                  accetta di metterti alla nostra testa e di diventare nostro padre al suo posto; bisogna che
                  non siamo degli sventurati e che non ci disperdiamo come pecore senza pastore. E fra
                  noi  non  c’è  nessuno  che  conosca  le  sue  virtù  meglio  di  te».  Teodoro  non  rispose
                  neppure  una  parola  perché,  nella  sua  grande  umiltà,  non  desiderava  la  carica  di
                  superiore, né la gloria vana di questo mondo. Ma i fratelli insistettero di nuovo, finché
                  egli  non  acconsentì.  Questa  faccenda,  che  avevano  combinato  fra  loro,  non  sfuggì  a
                  nostro padre Pacomio; quando si fu rimesso, disse ai fratelli: «Ciascuno dica in che cosa
                  ha peccato; quanto a me, sono spesso negligente nella visita ai fratelli». Teodoro allora
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