Page 22 - Utilità del Credere
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di afferrare le ragioni mediante le quali la natura divina è conosciuta in
modo certo. E che? Ritieni che la religione debba essere preclusa agli altri
uomini che sono privi di un’intelligenza così limpida? Oppure che costoro
debbano esser condotti passo dopo passo, come per gradi, a quei sommi
misteri? Tu vedi senza difficoltà quale atteggiamento sia più conforme alla
religione, poiché è impossibile che tu pensi che un uomo, chiunque egli sia,
in qualche modo venga lasciato nel desiderio di una cosa tanto grande
oppure venga respinto. Ma sei del parere che costui non riuscirà a possedere
in altro modo le cose che sono assolutamente vere, se prima non crede che
raggiungerà quanto si è proposto, se non presenta una mente supplice e se
non si purifica con una ben determinata condotta di vita, sottomesso a certi
precetti grandi e necessari? Indubbiamente sei di questo parere. E che,
dunque, forse ne ricaveranno qualche danno coloro - dei quali credo che
ormai faccia parte anche tu - che possono molto facilmente afferrare i misteri
divini con sicura ragione, se vi arrivano per la stessa via di coloro che
cominciano con il credere? Non penso. Tuttavia, tu replichi, che bisogno c’è
di farli attendere? Perché, anche se di fatto non nuoceranno a se stessi,
tuttavia nuoceranno agli altri con l’esempio. È difficile trovare chi conosce
esattamente le proprie capacità: ma chi si sottovaluta deve essere
incoraggiato e chi si sopravvaluta deve essere moderato, in modo che l’uno
non si abbatta per la disperazione e l’altro non vada in rovina per l’audacia.
Ciò può facilmente accadere se anche coloro che sono capaci di volare sono
costretti a camminare per un po’ su una strada sicura pure per gli altri, per
evitare che siano un pericoloso allettamento per qualcuno. È questa la
provvidenza della vera religione; e questo è ciò che è stato comandato da
Dio, tramandato dai felici antenati, conservato fino a noi: volerlo turbare o
sconvolgere equivale a cercare la via sacrilega alla vera religione. Coloro che
si comportano così, neppure se si concede loro ciò che vogliono, possono
arrivare dove si propongono di giungere. Quale che sia l’ingegno per cui
eccellono, essi strisciano per terra, se Dio non è con loro. Ma Dio è con loro
se, nel tendere a Lui, hanno a cuore la società umana: non si può trovare
nulla di più sicuro di questo gradino per ascendere al cielo. Da parte mia,
invero, non ho alcunché da opporre a questo ragionamento; infatti, come
posso pretendere che non si debba credere niente di cui non si ha
conoscenza, quando l’amicizia non esisterebbe affatto se non si credesse
qualcosa che è impossibile dimostrare con ragione sicura e dal momento che
spesso si dà credito ai servi addetti alle dispense, senza colpa alcuna dei
padroni? In materia di religione, poi, che cosa si può compiere di più iniquo
del fatto che i sacerdoti credono a noi che promettiamo loro l’animo sincero e
ci rifiutiamo di credere a loro che ci insegnano? Da ultimo, quale via può
essere più salutare di quella di divenire prima di tutto capaci di
comprendere la verità, confidando in quelle cose che Dio ha istituito per