Page 20 - Utilità del Credere
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cose che non conosce, mentre il sospettoso ne ha. Per ora accetto questa
opinione e questa distinzione. Tu sai, però, che abbiamo l’abitudine di
chiamare “ curioso ” qualcuno con senso di biasimo, invece di chiamare “
studioso ” qualcuno con senso di approvazione. Perciò, fai attenzione, se lo
ritieni opportuno, a quale differenza ti sembra che ci sia fra queste due
persone. Di certo risponderai che, sebbene siano tutti e due mossi da un
grande desiderio di conoscere, tuttavia il curioso ricerca le cose che non lo
riguardano, invece lo studioso ricerca le cose che lo riguardano. Ma poiché
tutti ammettiamo che all’uomo interessano la moglie, i figli e la loro salute,
se un marito, che sta lontano da casa, chiedesse con zelo a tutti quelli che
incontra come stiano e come si comportino sua moglie e i suoi figli,
certamente diremmo che è indotto a far ciò da un gran desiderio di
conoscere; tuttavia non lo chiamiamo studioso, nonostante sia forte la sua
voglia di sapere e concerna cose che lo riguardano massimamente. Così ti
rendi conto come la definizione data di studioso vacilli, perché, se è
indubbio che ogni studioso vuole conoscere le cose che lo riguardano, non
per questo ogni persona che agisce così deve essere chiamata studiosa, ma
solo chi ricerca senza risparmio di energie le cose adatte per nutrire
convenientemente l’animo ed ornarlo. Ed allora il nome corretto è “
desideroso di apprendere ”, soprattutto se aggiungiamo che cosa aspira ad
apprendere. Lo possiamo chiamare anche “ studioso dei suoi ”, se ama
soltanto i suoi: tuttavia, in mancanza di aggiunte, non lo riteniamo degno del
nome comune di studioso. Non chiamerei invece studioso di ascoltare chi è
desideroso di ascoltare come stanno i suoi, a meno che, godendo di buona
fama, non volesse ascoltare spesso la stessa cosa. In verità, lo chiamerei
desideroso di apprendere, anche se ascoltasse ciò una sola volta. Ritorna ora
con la mente al curioso e dimmi: se uno ascoltasse volentieri una storiella che
non gli sarà affatto utile, ossia relativa a cose che non lo riguardano, e se il
fatto accadesse non in maniera spiacevole e di frequente ma molto raramente
e con grande discrezione, o in un banchetto o in qualche riunione o consesso,
ti sembrerebbe forse un curioso? Non credo; ma, di certo, lo sembrerebbe se
si prendesse cura di ciò che ascolta volentieri. Perciò, anche la definizione di
curioso deve esser corretta secondo il criterio adottato per quella di studioso.
E, quindi, considera se non si devono correggere anche le definizioni
precedenti: perché, infatti, dovrebbe meritare il nome di sospettoso chi
sospetta talvolta qualcosa e il nome di credulo chi crede talvolta a qualcosa?
Dunque, come è enorme la differenza fra chi è desideroso di apprendere
qualche cosa e chi è studioso in senso pieno e, ancora, fra chi ha cura di
qualcosa e il curioso, così è enorme la differenza fra il credente e il credulo.
La fede precede la riflessione critica.