Page 19 - Utilità del Credere
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ricerche su molte cose dello stesso Vecchio Testamento, nei confronti delle
quali, come sai, avevamo forte avversione, essendoci state male presentate.
Avevo deciso di restare catecumeno nella Chiesa a cui i miei genitori mi
avevano affidato fino a che non avessi trovato ciò che desideravo oppure
non mi fossi convinto che non andava cercato. Se ci fosse stato qualcuno
capace di insegnarmi, allora mi avrebbe potuto trovare assai ben disposto e
molto docile. Se, dunque, scopri che anche tu da tempo ti trovi in questa
condizione e provi la stessa sollecitudine per la tua anima, e se ti sembra di
essere stato ormai abbastanza sbattuto qua e là e vuoi porre fine a questo
genere di fatiche, segui la via dell’insegnamento cattolico, che da Cristo
stesso, per mezzo degli Apostoli, si è diffusa fino a noi e da qui si estenderà
alle generazioni future.
La ragionevolezza del credere.
9. 21. È ridicolo, tu dirai, che tutti pretendono di possedere questo
insegnamento e di trasmetterlo. Lo pretendono tutti gli eretici, non posso
negarlo, e con la promessa, a coloro che cercano di attrarre, di dar ragione
delle cose più oscure. Perciò lanciano accuse soprattutto contro la Chiesa
cattolica, perché prescrive che credano coloro che vengono da lei; essi,
invece, si vantano di non imporre il giogo della fede ma di aprire la fonte del
sapere. Ebbene, tu osserverai, che cosa si sarebbe potuto dire di più
pertinente a loro lode? Ma non è così. Essi, infatti, fanno ciò non perché siano
provvisti di qualche forza, ma per tirare dalla loro parte una moltitudine di
persone in nome della ragione. Di questa promessa naturalmente l’anima
umana gode e, senza tenere conto delle proprie forze e del proprio stato di
salute, col desiderare i cibi dei sani che mal si adattano a chi non sta bene,
precipita nei veleni dei suoi ingannatori. In nessun modo, infatti, si può
correttamente aderire alla vera religione senza credere a quelle cose che
ciascuno poi, se si sarà ben comportato e ne sarà stato degno, raggiungerà e
comprenderà, e senza sottomettersi al saldo potere di un’autorità.
Enorme è la differenza fra chi è desideroso di apprendere e chi è studioso; enorme è
anche la differenza fra il credente e il credulo.
9. 22. Ma forse anche di ciò cerchi di avere qualche motivo dal quale tu sia
convinto che non devi essere istruito dalla ragione prima che dalla fede. E
può essere cosa facile, purché tu ti dimostri retto. Ma perché avvenga in
modo proficuo, voglio che tu risponda, per così dire, ad alcune mie
domande. In primo luogo, vorrei che mi dicessi perché ti sembra che non si
debba credere. Perché, tu dirai, la stessa credulità, dalla quale prendono
nome i creduli, mi sembra che sia un vizio, altrimenti non avremmo
l’abitudine di gettare in faccia questo nome come un oltraggio. Se, infatti, il
sospettoso è in difetto perché sospetta di ciò che non conosce con certezza,
quanto più lo è il credulo che, a differenza del sospettoso, non ha dubbi sulle