Page 14 - Utilità del Credere
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avessero cercato di dimostrare che egli ha sbagliato e delirato. Ora, però,
essendo molti - e ciascuno in modo diverso, in relazione alla sua capacità
intellettuale - coloro che si adoperano per risolverle, di preferenza si
applaudono coloro che, mediante la loro interpretazione, mettono in miglior
luce il poeta, del quale persino quelli che non lo capiscono credono non solo
che non abbia commesso errori, ma anche che sia degno di lode tutto ciò che
ha composto. Pertanto, quando in una questione di poco conto il
commentatore si smarrisce e non sa cosa rispondere, ce la prendiamo con lui
anziché pensare che il suo silenzio dipenda da un difetto di Virgilio. E
qualora, a sua difesa, volesse attribuire l’errore ad un autore di tanto
prestigio, a malapena i suoi discepoli rimarranno presso di lui, anche se
fossero pagati. Quanto era importante che dimostrassimo una simile
benevolenza per gli autori mediante i quali una così lunga tradizione ci
conferma che lo Spirito Santo ha parlato? Ma naturalmente noi, giovani
intelligentissimi e straordinari ricercatori di ragioni, senza neppure sfogliare
quegli scritti, senza cercare i maestri, senza incolpare affatto la nostra
ottusità e, infine, senza concedere intelligenza, sia pur modesta, a coloro che
vollero per così lungo tempo che questi scritti fossero letti, conservati ed
esaminati su tutta la terra, giudicammo, in quanto eravamo suggestionati
dalle parole di coloro che gli sono nemici ed ostili, che presso di essi non
c'era nulla da credere, mentre presso questi, a causa di una falsa promessa di
razionalità, eravamo spinti a credere e a onorare migliaia di incredibili
favole.
Il cammino della vera religione.
7. 14. Ma ora, se mi è possibile, vorrei completare ciò che mi sono riproposto:
procederò in modo da non renderti manifesta, per ora, la fede cattolica, ma
da mostrare a coloro che hanno cura delle proprie anime la speranza del
frutto divino e della scoperta della verità, perché cerchino poi di penetrare i
grandi misteri di questa fede. Nessuno dubita che chi cerca la vera religione
o già crede che l’anima, a cui tale religione giova, sia immortale oppure
aspira a trovare questa verità nella stessa vera religione. Ogni religione,
pertanto, è per l’anima; la natura del corpo infatti, quale che sia, non suscita
né preoccupazione né inquietudine, soprattutto dopo la morte, in colui la cui
anima abbia raggiunto ciò che la rende beata. La vera religione dunque, se
una ne esiste, è stata istituita soltanto o soprattutto per l’anima. Ma
quest’anima (ne esaminerò la ragione e, confesso, è una questione molto
oscura) tuttavia erra e, come constatiamo, è stolta fino a che non raggiunge la
sapienza e ne viene in possesso, e forse in questo consiste la vera religione.
Ti rimando a delle favole? Ti obbligo a credere a qualcosa di sconsiderato?
Dico che la nostra anima, prigioniera e immersa nell’errore e nella stoltezza,
cerca la via, se c’è, della verità. Se questo in te non avviene, perdonami e