Page 9 - Utilità del Credere
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ancora un’allegoria presso l’Apostolo, quanto mai pertinente per la nostra
                  questione, poiché i Manichei avevano l’abitudine di proferirla e farla valere
                  nella discussione. Proprio Paolo infatti dice ai Galati: Sta scritto che Abramo
                  ebbe due figli, uno dalla schiava e uno dalla donna libera. Ma quello avuto dalla
                  schiava è nato secondo la carne; invece quello avuto dalla donna libera è nato in
                  virtù della promessa. Ora, tali cose sono dette in senso allegorico; le due donne
                  infatti rappresentano le due Alleanze: una, quella del monte Sinai, che genera nella
                  schiavitù, è rappresentata da Agar (il Sinai è un monte dell’Arabia che confina con
                  l’odierna  Gerusalemme,  la  quale  è  schiava  insieme  ai  suoi  figli);  invece  la
                  Gerusalemme di lassù è libera ed è la madre di noi tutti .
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                  La necessità della legge per tutti coloro ai quali è ancora utile la servitù.
                  3. 9. Su questo punto quegli uomini, malvagi oltre misura, mentre tentano di
                  invalidare la legge, ci portano ad approvare le Scritture. Prestano attenzione
                  infatti a ciò che fu detto, ossia che coloro che sono sotto la legge sono in
                  schiavitù, e sventolano sopra ogni altra quest’ultima sentenza: Non avete più
                  nulla a che fare con Cristo, voi che cercate la giustificazione nella legge; avete
                  perduto  la  grazia .  Noi  ammettiamo  la  verità  di  tutte  queste  cose,  e
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                  proclamiamo la necessità di quella legge per tutti coloro ai quali è ancora
                  utile la servitù: diciamo, pertanto, che è stata utilmente promulgata proprio
                  perché gli uomini, che non era stato possibile distogliere dal peccato con la
                  ragione, vi dovevano essere costretti da tale legge, cioè dalla minaccia e dalla
                  paura di pene che persino gli stolti possono capire. E la grazia di Cristo,
                  quando  ci  libera  da  tali  pene,  non  condanna  la  legge,  ma  ci  invita  a
                  sottometterci finalmente alla sua carità e a non essere più schiavi per timore
                  della legge . Proprio in questo consiste la grazia, vale a dire il beneficio la
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                  cui provenienza da Dio sfugge a coloro che vogliono ancora restare sotto i
                  vincoli della legge. A ragione Paolo rimprovera questi uomini come infedeli,
                  perché non credono di essersi ormai liberati, per la mediazione del Signore
                  nostro Gesù, dalla schiavitù a cui, in una determinata epoca, erano stati
                  sottoposti da una giustissima disposizione di Dio. Di qui la sentenza dello
                  stesso Apostolo: La legge era il nostro pedagogo per condurci a Cristo . Colui
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                  dunque che ha dato agli uomini un pedagogo da temere, poi ha dato loro un
                  maestro da amare. Tuttavia in questi precetti e comandi della legge, che ai
                  cristiani non è più consentito di rispettare, come l’osservanza del sabato, la
                  circoncisione, i sacrifici e altre cose simili, sono contenuti misteri così grandi
                  che ogni uomo pio comprende che nulla è più pericoloso del prendere alla
                  lettera, cioè parola per parola, ciò che vi è esposto, e che nulla invece è più
                  salutare del coglierne lo spirito. Da qui il detto: La lettera uccide, mentre lo
                  spirito dà la vita ; e, ancora: Quel medesimo velo permane, e non è rimosso, alla
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                  lettura del Vecchio Testamento, perché è in Cristo che esso viene eliminato . In
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                  Cristo appunto non è il Vecchio Testamento che viene eliminato, ma il suo
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