Page 8 - Teologia tedesca
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Con l’occhio sinistro guardò nelle creature, conobbe tutte le cose e percepì
                  la differenza tra le creature, cosa è meglio e cosa è peggio, più nobile e
                  meno nobile, e in conformità di ciò si diresse l’uomo esteriore di Cristo.
                  Dunque  l’uomo  interiore  di  Cristo,  secondo  l’occhio  destro  dell’anima,
                  stava in perfetto godimento della natura divina, in perfetta gioia e felicità.
                  Ma l’uomo esteriore e l’occhio sinistro dell’anima insieme stavano in pie-
                  na  sofferenza,  turbamento  e  travaglio.  E  questo  avveniva  in  modo  che
                  l’occhio interiore e destro permaneva non toccato e non impedito da tutti
                  i travagli, i dolori e i martirii che toccavano all’uomo esteriore.
                  Si dice: quando Cristo fu flagellato alla colonna o pendeva dalla croce se-
                  condo l’uomo esteriore, allora l’anima o l’uomo interiore secondo l’occhio
                  destro  stava  in  perfetto  godimento,  gioia  e  felicità,  come  dopo
                  l’ascensione o come ora. Così anche l’uomo esteriore, ovvero l’anima se-
                  condo l’occhio sinistro, non fu mai ostacolata o diminuita dall’occhio in-
                  teriore nelle sue opere, in tutto quel che concerne il suo rivolgersi verso
                  l’esterno. Nessuno dei due bada all’altro.
                  Anche l’anima creata dell’uomo ha due occhi. Uno è la capacità di guar-
                  dare nell’eternità, l’altro di vedere nel tempo e nelle creature, riconoscervi
                  le  differenze, come  abbiamo già  detto,  dare  al corpo la vita, dirigerlo e
                  governarlo. Ma questi due occhi dell’anima dell’uomo non possono eser-
                  citare  insieme  la  loro  opera,  e,  se  l’anima  deve  vedere  nell’eternità  con
                  l’occhio destro, bisogna che l’occhio sinistro si spogli di tutte le sue opere
                  e faccia come se fosse morto. E se l’occhio sinistro deve esercitare le sue
                  opere secondo la sua determinazione verso l’esterno, ovvero operare in
                  conformità al tempo e alle creature, allora l’occhio destro deve essere im-
                  pedito nella sua azione, ovvero nella sua contemplazione.


                  8.
                  Come l’anima dell’uomo, finché sta nel corpo, possa pregustare la beatitudine e-
                  terna.

                  Ci si domanda se sia possibile che l’anima, ancora nel corpo, possa giun-
                  gere  a  dare  uno  sguardo  nell’eternità  e  pregustare  così  la  vita  eterna  e
                  l’eterna beatitudine. In genere si dice di no, e questo è vero nel senso che,
                  finché l’anima ha di mira il corpo e le cose che gli appartengono, il tempo
                  e  le  creature,  viene  così  sfigurata  e  resa  molteplice,  ed  allora  ciò  non  è
                  possibile. Infatti, se l’anima vuole giungere a quel punto, deve essere pu-
                  ra e, vuota di tutte le immagini, distaccata da tutte le creature, e soprat-
                  tutto da se stessa. E questo si pensa non sia mai avvenuto nel tempo.






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