Page 52 - Teologia tedesca
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è doloroso quel che va in senso contrario alla volontà. E questo diletto e
                  dolore non è dell’uomo, ma di Dio, giacché essi appartengono a colui del
                  quale è la volontà: dato dunque che essa non è dell’uomo ma di Dio, suoi
                  sono anche diletto e dolore, e qui ci si lamenta solo di ciò che è contro Di-
                  o. E neppure alcuna gioia nasce, se non da Dio e da ciò che è suo e gli ap-
                  partiene. E quello che accade alla volontà, accade anche alla conoscenza,
                  alla ragione, all’amore e ad ogni facoltà dell’uomo, che tutta è in Dio e
                  non  dell’uomo.  E  se  avvenisse  che  la  volontà  fosse  completamente  ab-
                  bandonata  a  Dio,  anche  tutto  il  resto  gli  sarebbe  abbandonato,  e  allora
                  Dio otterrebbe per sé tutto quel che è suo, e la volontà dell’uomo non sa-
                  rebbe volontà personale. Vedi, perciò Dio ha creato la volontà, ma non
                  perché fosse personale.
                  Ora viene il diavolo e Adamo, cioè la falsa natura, e prende questa volon-
                  tà in sé, la fa sua e la usa per sé, per l’utile proprio. Questa è la rovina e
                  l’ingiustizia, il morso che Adamo dette alla mela, ed è quel che è proibito,
                  perché è contro Dio. Quando e dove c’è  la volontà propria, non ci sarà
                  mai vera contentezza né vera pace. Lo si può vedere nell’uomo e nel dia-
                  volo. Davvero non potrà mai giungere vera beatitudine, né nel tempo né
                  nell’eternità, dove domini questa volontà personale, cioè caparbietà, per
                  cui ci si attribuisce il volere e lo si fa proprio. E se non la abbandoniamo
                  nel tempo, ma ce la portiamo con noi fuori del tempo, è da prevedere che
                  non sarà mai abbandonata. Perciò non nasceranno mai, in verità, soddi-
                  sfazione e pace, quiete e beatitudine. Lo si constata nel diavolo. - Se nelle
                  creature  non  vi  fossero  ragione  e  volontà,  Dio  rimarrebbe  sconosciuto,
                  non amato, non lodato e onorato, e tutte le creature non varrebbero niente
                  e sarebbero inutili a Dio. Vedi, così si è risposto alla domanda. Se qualcu-
                  no potesse e volesse correggersi grazie  a queste  molte parole,  che pure
                  sono brevi e utili davanti a Dio, ciò sarebbe caro al Signore.
                  Ciò che è libero non è di nessuno, e chi se ne appropria commette ingiu-
                  stizia. Ora, fra tutte le cose libere, niente lo è quanto la volontà, e chi se ne
                  appropria, togliendole la sua nobile libertà, la sua libera nobiltà e la sua
                  libera condizione, commette ingiustizia. Questo fanno il diavolo, Adamo
                  e tutti i loro seguaci. Chi priva la volontà della sua nobile libertà e se ne
                  appropria, deve anche accettare come ricompensa di essere oppresso da
                  pena e affanno, da insoddisfazione, inquietudine e da ogni infelicità, e di
                  rimanere così, finché ciò dura, nel tempo e nell’eternità. Ma chi lascia la
                  volontà nella sua condizione libera, ha soddisfazione, pace, béatitudine,
                  nel tempo e nell’eternità. Se l’uomo non si appropria della volontà, ma la

                  lascia nella sua nobile libertà, diviene ed è un uomo vero, libero, cioè la
                  creatura di cui Cristo dice: «La verità vi farà liberi». E subito dopo: «Chi è
                  reso libero dal Figlio, è davvero libero» (Gv 8,32,36). Bisogna anche con-



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