Page 50 - Teologia tedesca
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Come questo tempo sia un paradiso e un sobborgo del regno dei cieli, in cui è
proibito solo un albero, cioè la volontà propria.
Ma cos’è il paradiso? È tutto quel che esiste; giacché tutto quel che c’è di
buono e piacevole, piace anche a Dio, e perciò si chiama ed è un paradiso.
Si dice anche che il paradiso sia un posto avanzato o un sobborgo del re-
gno dei cieli. Così tutto quel che esiste è davvero un sobborgo dell’eterno
o dell’eternità, e in particolare ciò che nella temporalità e nelle cose tem-
porali, nelle e presso le creature, si può percepire e conoscere di Dio, dato
che le creature sono un’indicazione e una via verso Dio e verso l’eternità.
Perciò tutto questo è un posto avanzato e un sobborgo dell’eternità, e
perciò può chiamarsi davvero un paradiso ed anche esserlo. E in questo
paradiso tutto quel che c’è, è permesso, ad eccezione di un albero e dei
suoi frutti. Ciò significa che in tutto quel che esiste niente è vietato, niente
contro Dio, se non una cosa sola, che è la volontà propria - ovvero volere
diversamente dal volere eterno.
Lo si deve tener a mente! Infatti Dio disse ad Adamo, cioè ad ogni uomo:
«Quel che sei, quel che fai o non fai, o quel che avviene, tutto è lecito e
permesso, purché non avvenga per la tua volontà o secondo essa, ma per
la mia volontà e secondo essa». Quel che accade per il tuo volere, è tutto
contro il volere eterno; non come se tutte le opere che così avvengono
siano contro il volere eterno, ma se esse accadono per un volere diverso, o
diversamente, dal volere eterno.
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Perché Dio abbia creato il volere personale, dal momento che gli è tanto avverso.
Si potrebbe ora domandare: dal momento che questo albero, cioè il volere
personale, è così contrario a Dio e al volere eterno, perché Dio lo ha creato
e posto nel paradiso? Risposta: quell’uomo e quella creatura che desidera
esperimentare e sapere il segreto consiglio e il volere di Dio, e che dunque
conoscerebbe volentieri perché Dio faccia o non faccia questo o quello,
ecc., ha un desiderio non diverso da quello di Adamo o del demonio. E
finché questo desiderio permane, non lo saprà mai, e un tale uomo non è
diverso da Adamo o dal demonio. Infatti questa brama raramente ha di
mira qualcosa di diverso dal piacere e dal vanto che se ne può trarre, e
questa è vera superbia. Un uomo vero, umile, illuminato, non desidera da
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