Page 48 - Teologia tedesca
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di Tutto nell’Uno in quanto Uno. Non può trovare soddisfazione in Dio
                  colui per il quale l’Uno non è il Tutto e il Tutto non è Uno, e per il quale il
                  qualcosa e il nulla non sono un’unica identica cosa. Ma chi è capace di
                  questo trova vera soddisfazione, che non si trova mai altrove.
                  Vedi, le cose stanno nello stesso modo anche per quanto segue: chi vuole
                  abbandonarsi completamente a Dio ed essergli ubbidiente, deve abban-
                  donarsi ed obbedire a ogni cosa in modo passivo, e non fare opposizione,
                  difendersi o cercare vie d’uscita. E chi non è abbandonato e ubbidiente a
                  tutto e a tutte le cose nell’Uno e come nell’Uno, non è abbandonato e ub-
                  bidiente a Dio. Lo si veda in Cristo. Chi può e vuole patir Dio, deve patire
                  assolutamente tutto nell’Uno e non opporsi mai a sofferenza alcuna. Così
                  è Cristo. Chi contrasta la sofferenza e se ne difende, non vuole o non può
                  patir Dio. Lo si deve intendere così: non si può contrastare alcuna cosa o
                  creatura con la violenza, o con la lotta, nella volontà e nelle opere. Invece
                  si può prevenire il dolore o sfuggirlo senza peccato. Dunque chi vuole o
                  deve amare Dio, possiede ogni amore come verso l’Uno e Tutto, e verso il
                  Tutto assolutamente nell’Uno. E chi ama qualcosa, il questo o il quello,
                  diversamente che nell’Uno e per amore dell’Uno, non ama Dio, giacché
                  ama qualcosa che non è Dio. Perciò lo ama più di Dio. Ma chi ama qual-
                  cosa più di Dio o quanto Dio, non ama Dio, perché Dio deve e vuole esser
                  amato da solo, e in verità non si dovrebbe amare altro che Dio. E quando
                  in un uomo c’è la luce vera e il vero amore, non viene amato che Dio solo.
                  Giacché allora si ama Dio in quanto bene e per amore del bene, e ogni be-
                  ne come l’Uno, e l’Uno come il tutto, giacché tutto è in verità Uno e l’Uno
                  è tutto in Dio.


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                  Se si debbano amare anche i peccati, poiché si deve amare ogni cosa.

                  Qualcuno potrebbe qui obiettare: se si deve amare tutto, si devono amare
                  anche i peccati? La risposta è no. Quando si dice «tutto», si intende il be-
                  ne. E tutto quel che è, è bene, in quanto è. Il diavolo è buono, in quanto è;
                  sotto questo aspetto non c’è niente di cattivo o di non buono. Ma il pecca-
                  to consiste nel volere, desiderare o amare diversamente da Dio. E questo
                  volere non è essere, e perciò non è neppure buono. Una cosa è buona solo
                  in quanto è in Dio e con Dio.
                  Ora tutte le cose sono essenzialmente in Dio, e più essenzialmente in Dio
                  che in se stesse. Perciò tutte le cose sono buone secondo il loro essere, Se
                  ci fosse qualcosa non in Dio per essenza, non sarebbe buona. Guarda, la
                  volontà e il desiderio contrari a Dio non sono in Dio, giacché Dio non può




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