Page 57 - Teologia tedesca
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Se dunque la cosa migliore deve esserci la più cara e la si vuole veramen-
                  te seguire, bisogna che l’unico, eterno bene sia amato esso solo, sopra o-
                  gni altra cosa, e l’uomo deve tenersi a quello soltanto, unendosi ad esso
                  per quanto possibile. E se si devono attribuire tutti i beni solo all’unico,
                  eterno bene, come è giusto che sia in verità, bisogna anche, per giustizia e
                  verità, attribuirgli l’inizio, il cammino e il compimento, in modo che asso-
                  lutamente niente rimanga all’uomo o alla creatura. Così almeno dovrebbe
                  essere, si dica o si canti quel che si vuole! Anche per questa via si giunge-
                  rebbe dunque a una vera vita interiore; e come poi si proceda, o quel che
                  là venga rivelato, o come là si viva, nessuno ne parla o canta. Come è in
                  verità non fu mai pronunciato da labbra, né mai pensato o conosciuto col
                  cuore.
                  Questo lungo discorso qui buttato giù delinea, in breve, quanto segue: a
                  buon diritto e in verità bisognerebbe che nell’uomo non ci fosse assolu-
                  tamente nulla che si attribuisse qualcosa, o volesse, desiderasse, amasse o
                  tendesse a qualcosa al di fuori di Dio e della sola Divinità - eterno, unico,
                  perfetto  bene.  E  se  c’è  qualcosa  nell’uomo  che  si  attribuisce,  o  vuole,  o
                  tende, o desidera, qualcosa di diverso e di più del bene eterno, è troppo,
                  ed è un difetto.
                  Ancora una breve parola: se l’uomo può giungere ad essere per Dio quel-
                  lo che per l’uomo è la sua mano, si accontenti; ma ciò deve essere davve-
                  ro. Ogni creatura ne è debitrice a Dio secondo giustizia e verità, partico-
                  larmente ogni creatura razionale, e soprattutto l’uomo. Questo si deve te-
                  ner presente accanto q quel che si è scritto prima.
                  Inoltre bisogna considerare un’altra cosa. Anche quando l’uomo è giunto
                  tanto avanti che gli sembra di essere arrivato a questo punto, deve stare
                  in guardia che il diavolo non vi semini cenere, di modo che la natura vi
                  cerchi e trovi piacere, quiete, pace ed agio, e in tal guisa entri in quelle fol-
                  li, disordinate libertà e indifferenza che sono particolarmente lontane ed
                  estranee ad una vita vera, divina. Ciò accade all’uomo che non ha percor-
                  so la retta via e non la vuol percorrere, e che non entra per la porta giusta,
                  cioè per Cristo, come prima si è detto, e che immagina di poter giungere
                  alla verità più alta altrimenti, o con un’altra via; oppure che crede di es-
                  servi forse già giunto. Ma così non è. Lo si prova con la parola di Cristo,
                  che dice: «Chi vuole entrare in modo diverso che per mio mezzo, non en-
                  trerà mai, e non giungerà alla verità più alta, ma è un ladro e un assassi-
                  no» (cfr. Gv 10,1).
                  Perché possiamo rinunciare a noi stessi, morire al nostro volere e vivere

                  soltanto per Dio e la sua volontà, ci aiuti colui che ha rimesso il suo volere
                  al  Padre  suo  celeste,  e  che  vive  e  regna  eternamente  con  Dio  Padre
                  nell’unità dello Spirito Santo, nella perfetta Trinità. Amen.



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