Page 41 - Teologia tedesca
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Vedi, lo stesso avviene con la verità. Se l’uomo molto sa, quel che è vero e
quel che è falso o menzognero, ma non ama la verità, allora non è veritie-
ro; se invece l’ama, gli avviene come con la giustizia. Della giustizia Isaia
dice nel sesto capitolo: «Guai, guai a tutti quelli che hanno un animo du-
plice: quelli che sembrano buoni all’esterno e dentro sono pieni di men-
zogne, che si trovano sulla loro bocca» (Is 5,20). Nota, dunque, che il sa-
pere e il conoscere non valgono niente senza l’amore. Lo si vede anche
nel demonio: egli conosce il bene e il male, il giusto e l’ingiusto, ecc., però
non ama il bene, che pure conosce, e perciò non diviene buono - cosa che
invece avverrebbe se amasse la verità, la virtù e tutto il bene che conosce.
È sì vero che l’amore deve esser avviato e istruito dalla conoscenza, ma,
se l’amore non segue la conoscenza, non ne vien fuori nulla.
Vedi, così avviene anche con Dio e con quel che gli appartiene. Se uno sa
molto di Dio e delle sue proprietà, e crede davvero di conoscere quel che
è Dio, ma non ha l’amore, non diventa divino o divinizzato. Se invece c’è
il vero amore, l’uomo si tiene a Dio e lascia tutto quel che non è Dio o non
appartiene a lui; anzi gli diventa nemico e lo sente contrario e molesto. E
questo amore unisce l’uomo a Dio, in modo che non ne sarà mai più se-
parato.
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Se si possa conoscere Dio senza amarlo, e come vi siano due tipi di luce e di amo-
re, vero e falso.
Vedi, qui si pone una domanda ragionevole. Infatti abbiamo detto che chi
conosce Dio ma non lo ama non diviene neppure beato per questa cono-
scenza. Sembrerebbe così che si potesse conoscere Dio senza amarlo. Al-
trove abbiamo detto che, quando Dio viene conosciuto, viene anche ama-
to, e chi conosce Dio deve anche amarlo. Come può stare insieme tutto
ciò? Vedi, anche qui bisogna fare attenzione a qualcosa. Prima si è parlato
di due luci, una vera e una falsa. Ora bisogna distinguere anche due tipi
di amore, uno vero e uno falso. Ogni amore deve esser istruito e guidato
da una luce o da una conoscenza. La vera luce genera il vero amore e la
falsa luce genera il falso amore, giacché la luce presenta all’amore come
migliore quel che essa ritiene tale, e gli dice che deve amarlo; e l’amore la
segue ed ubbidisce al suo comando.
Si è detto in precedenza che la falsa luce è natura e naturale. Perciò le ap-
partiene tutto quel che è proprio della natura, ovvero l’io, il mio, lo «a
me», il questo, il quello, ecc... Perciò deve esser ingannata in se stessa e
falsa, giacché mai un io o un mio è giunto alla vera luce e conoscenza
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